Cultura

Chi era Angelo Inganni, che visse e dipinse tra Brescia e Gussago

Versione inedita dell'artista in mostra nella chiesa gussaghese S. Lorenzo dal 23 settembre. L'intervista a Luciano Anelli, curatore della mostra
«Veduta del Giardino di Villa Richiedei» fulcro della mostra a Gussago - © www.giornaledibrescia.it
«Veduta del Giardino di Villa Richiedei» fulcro della mostra a Gussago - © www.giornaledibrescia.it
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Un Angelo Inganni inedito al centro di una mostra inaugurata sabato 23 settembre a Gussago. Allestita nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo, l’attesa rassegna «Angelo Inganni tra Brescia e Gussago (1850-1880), ... nello spirito di Gussago», a cura di Luciano Anelli e Filippo Troletti, proporrà una selezione di ottanta opere (molte inedite) del grande pittore romantico.

L’evento, fortemente voluto dal Comune in occasione dell’anno di Bergamo-Brescia Capitale italiana della Cultura, dopo le importanti esposizioni gussaghesi organizzate nel 1975 e nel 1981 (a cui va aggiunta quella bresciana nel 1998 a Palazzo Bonoris), centrate sulla produzione milanese del maestro, si propone di indagare una fase meno nota della sua produzione, quando, abbandonata la scena milanese a seguito degli eventi risorgimentali che avevano sgretolato quel sistema filo-austriaco che gli era stato particolarmente amico, si era trasferito proprio a Gussago, finendo con l’assorbire quello spirito locale evocato dal titolo, connotato di umanità e semplicità, che diede diversa inclinazione alla sua produzione successiva.

Abbiamo rivolto alcune domande al prof. Luciano Anelli.

Quali sono le principali novità, dal punto di vista sia tematico sia stilistico, che si possono apprezzare nelle opere che proponete?

Anche se Inganni continua in misura minore a lavorare alle sue prospettive urbane, l’arrivo a Gussago, dove trascorreva molti mesi ogni anno nella casa della prima moglie (la Santissima), lo porta a cambiare non solo i temi, ma anche lo stile: dalla precisione e dalla fermezza quasi ingegneristica delle celebri vedute milanesi, passando a tematiche più provinciali, più campagnole, da bon vivant di provincia, acquisisce un modus pingendi più morbido, più cordiale, e soprattutto si dedica ai cosiddetti effetti alla fiamminga, di luce e di fuochi, con una pennellata più svelta e colori più affocati, oltre che a formati più ridotti. Se i suoi committenti milanesi, mecenati di alto lignaggio, commissionavano opere di grandi dimensioni, il mercato bresciano assorbiva dipinti di formato più modesto e lui si adeguò, realizzando cose bellissime e piccolissime, da miniatore.

Accanto a «Il giardino di villa Richiedei a Gussago con la Santissima», proposto come fulcro dell’esposizione, quali altre opere vanno segnalate?

Sicuramente la veduta di Villa Richiedei, con le sue maestose dimensioni, è un’opera di straordinaria bellezza, che tutti i critici concordano nel definire unica. In occasione della mostra è stata non solo oggetto di uno straordinario restauro, davvero radicale, ma anche di una lunga diatriba critica, riportata in catalogo, in cui si chiariscono diverse questioni, come l’identificazione dei personaggi raffigurati e la datazione doppia che la interessa. Tra le altre opere segnalo la «Veduta di piazza Loggia sotto la neve» del 1879, faticosamente prelevata dallo studio del Sindaco di Brescia (all’epoca della scelta, Emilio Del Bono) che non voleva privarsene. Poi sicuramente la «Piazza del mercato a neve cadente», esempio di una specialità messa a punto proprio da Inganni. Bellissima la serie di ventidue ritratti, tra cui primeggiano quelli della seconda giovane moglie, Amanzia Guerillot. Inganni è un ritrattista impareggiabile, insieme al Molteni è stato l’inventore del ritratto ambientato, dove la figura è accostata da mobili, arredi e suppellettili, ripresi con straordinario mimetismo. Colpirà i visitatori la serie dei quadri alla fiamminga.

«Giovane donna allo spiedo davanti al focolare» - © www.giornaledibrescia.it
«Giovane donna allo spiedo davanti al focolare» - © www.giornaledibrescia.it

Come è stato suddiviso il percorso espositivo?

Ci sono sei sezioni. Una dedicata ad architetture e visioni urbane, la seconda ai ritratti, la terza intitolata «... nello spirito di Gussago» con opere che incarnano l’adesione piena del pittore allo stile di vita del paese. Nella quarta sezione ci sono le scene di genere e i quadri alla fiamminga, mentre nella quinta proponiamo una ridotta selezione di tre opere di destinazione devota e, per finire, il settore che raccoglie alcune vedute di Milano realizzate tuttavia a Brescia. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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