Cetto La Qualunque è vivo e lotta insieme a noi
Dal 21 novembre in più di 500 copie con Vision Distribution, Antonio Albanese porta al cinema «Cetto c'è, Senzadubbiamente» di Giulio Manfredonia, il terzo capitolo della saga dedicata al suo Cetto La Qualunque, dopo Qualunquemente e Tutto Tutto Niente niente.
A presentarlo, Albanese insieme al regista Giulio Manfredonia e gli attori Lorenza Indovina, Davide Giordano e il co-sceneggiatore Piero Guerrera. Si tratta di una fiaba nera dove le ambizioni del nostro protagonista lo spingono a tornare in patria dalla Germania con aspirazioni monarchiche, complice una notizia bomba datagli dalla zia in fin di vita.
«Con tutto quello che succede ultimamente nella politica italiana - dice Albanese - Cetto rischiava di trasformarsi in un moderato, doveva riapparire adeguandosi all'aria del tempo, ancor più trasgressivo e potente. Avevamo immaginato in un primo tempo un certo presidente della Repubblica che fosse una sorta di educatore/guru legato alle religioni ma poi, nel lavoro di documentazione, abbiamo verificato che il mondo della monarchia non è affatto scomparso in Europa, anzi si mantiene vivo e vitale».
Se Cetto è la maschera di Albanese di maggiore successo, le sue avventure sono frutto di un lavoro a quattro mani di Albanese con Piero Guerrera che dichiara: «Cetto ti dà una grande possibilità, il realismo e l'assurdità mostruosa. È un lusso enorme che ci si permette con Antonio, lui è credibile a fare tutto questo, la fatica l'abbiamo dimenticata».
Non c'è solo Guerrera ad elogiare Albanese, ma anche il regista Giulio Manfredonia, a dirigere le vicende di Cetto sin dal primo capitolo: «Se il cinema è un linguaggio in evoluzione, quello comico ha bisogno di corpo, interazione. Antonio Albanese ha una grandissima capacità di creare un gruppo». Seppur esasperato, Albanese sottolinea come Cetto sia un personaggio in costante ascesa: «Cetto è sempre più vivo e attuale».
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