C'è una versione bresciana di Madama Butterfly e andrà in scena al Grande
Al Teatro Grande si conserva tuttora lo storico manifesto con l’annuncio della rappresentazione di «Madama Butterfly» nel 1904 a Brescia, pochi mesi dopo il clamoroso insuccesso con cui l’opera era stata accolta alla Scala di Milano. Lunedì pomeriggio, nella Saletta Butterfly, proprio dove è appeso il cimelio, si è tenuto un incontro con gli artisti che cureranno il nuovo allestimento del capolavoro pucciniano, al debutto giovedì alle 20 e in replica sabato 22 luglio con inizio alle 18.
Con Vittoria Yeo
Il ruolo della protagonista sarà interpretato dal soprano d’origine coreana Vittoria Yeo (in sostituzione di Eleonora Buratto, che ha annullato tutti i suoi impegni di questa estate); sul podio il celebre direttore concittadino Riccardo Frizza, alla regia l’artista greca Rodula Gaitanou. Sarà uno spettacolo ambizioso, in omaggio a Brescia Capitale della cultura, co-prodotto non solo dal circuito lombardo, ma anche dal Teatro del Giglio di Lucca e dall’Estonian National Opera di Tallinn. Quella che si potrà ascoltare non sarà la versione standard dell’opera bensì proprio la partitura dell’applaudita edizione bresciana del 1904 che include pagine di rarissima esecuzione.
«Sono ben felice - ha dichiarato il maestro Riccardo Frizza - di dirigere un’opera nel teatro della mia città e questa produzione è particolarmente interessante perché ci consente di entrare nell’officina del compositore. Quando si ascolta “Butterfly” nella versione definitiva, sembra quasi che Puccini abbia scritto la sua musica di getto, invece è il risultato di un lungo processo e di tanti ripensamenti che mostrano l’esperienza e il mestiere di un grandissimo uomo di teatro».
Il maestro bresciano
«Sono d’accordo con Riccardo - ha aggiunto la regista Rodula Gaitanou - perché lavorare sulla versione bresciana dell’opera mi ha dato un’affascinante apertura sul processo creativo di Puccini. Credo che in questa edizione risalti soprattutto il ruolo della protagonista come madre. Ecco perché, nel secondo atto, ho posto al centro dell’azione il figlioletto di Butterfly: un bimbo di soli tre anni, che rappresenta l’unico motivo di speranza e di luce nella vita della protagonista e della fida Suzuki».
«Quest’opera - ha proseguito Frizza - è forse quella tecnicamente più difficile, accanto alla “Fanciulla del West”, di tutto il repertorio pucciniano. In passato mi avevano già proposto di dirigere la “tragedia giapponese”, ma ho rifiutato in più di un’occasione. Ora invece sento che è arrivato il momento della mia prima “Butterfly”. In realtà adoro Puccini, tanto che ho affrontato più volte “Manon Lescaut” e ho anche diretto “Tosca” al Metropolitan. Ma ci tengo ad avere tutto sotto controllo e credo che il mio compito principale sia quello di interpretare ciò che il compositore ha effettivamente scritto. Con Puccini a volte si segue una vaga tradizione esecutiva, magari priva di oggettivi riscontri nella partitura. Penso che questo grande autore meriti di essere eseguito con una precisione maggiore».Le iniziative
Con «Madama Butterfly», come ha precisato il sovrintendente Umberto Angelini, si apre ufficialmente la Stagione d’Opera 2023 del Teatro Grande. Per questo e per i successivi titoli sarà attivo il Progetto Open, con l’obiettivo di avvicinare i disabili sensoriali - visivi e uditivi - alle attività di spettacolo mediante audiodescrizioni (info e prenotazioni allo 030.2979347).
Infine, il segretario artistico Alessandro Trebeschi ha annunciato il convegno di studi su «Madama Butterfly» in programma al Ridotto venerdì 21 luglio a partire dalle 10.30. Noti specialisti pucciniani, tra cui Gabriella Biagi Ravenni, Arthur Groos, Virgilio Bernardoni ed Emanuele Senici, si confronteranno con i curatori dell’epistolario pucciniano e con gli interpreti dell’allestimento.
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