Cultura

Caparezza: bagno di folla per un numero uno

Al Freccia Rossa per «Museica», in testa alle classifiche. I fan: «Da lui uno spaccato del Paese»
AA

Per i suoi fan, specialmente per i più giovani, ha la stoffa del grande cantautore. Un artista che ha saputo fare del rap una micidiale arma di disillusione di massa. Dallo spessore degno d’un Guccini e di un De André... Vox populi. Commenti raccolti ieri al Freccia Rossa durante una delle tappe del giro «in store» di Caparezza.

Il rapper di Molfetta, ricciolone rimbalzante tra le foto «postate» sui social dei bresciani, è passato davanti al Mondadori Multicenter per autografare le copie del suo ultimo lp «Museica» (uscito il 22 aprile): «Il mio museo, la mia musica, il mio album numero sei» specifica l’artista (che oggi sarà a Taranto per il Concerto «alternativo» del Primo maggio): «Prende spunto da un’opera pittorica che diventa pretesto per sviluppare un concetto. Non esiste una traccia che possa rappresentare l’intero disco, un quadro che possa rappresentare l’intera galleria».

Un album - quello di cui proprio ieri è stato certificato l’immediato balzo in testa alle classifiche - «che più che essere ascoltato va visitato». Nell’appuntamento di ieri, un «assaggino» in vista del concerto del 22 agosto alla Festa di Radio Onda d’Urto, «Capa» ha impiegato due ore per smaltire la coda di «seguaci» in attesa sotto il palco del Freccia Rossa, elargendo, oltre agli autografi, centinaia di abbracci e sorrisi sani.

«È incredibile, in ogni pezzo riesce a restituire uno spaccato di questo Paese, un punto di vista critico con la stessa intensità e credibilità dei cantautori degli anni ’60 e ’70» commenta Samuele Boglioni, 20 anni, caparezziano anche nel taglio di capelli. «Più che altro riesce a dire ciò che difficilmente passa dall’informazione» aggiunge Lorenzo Romano, che al firmacopie si è portato anche la maglietta-feticcio da far siglare (ricordo dell’ultimo concerto estivo del Capa).

«Ciò che più colpisce è la sua capacità nel conciliare una forma d’arte immediata e di consumo come la musica a temi di un certo spessore» sottolinea Giacomo Di Paolo. E poi, «fa musica diversa, innovativa - continua Alessandra Daga, 16 anni come l’amica Emma -. È di certo uno dei migliori artisti italiani. Da quando lo ascolto? Praticamente dall’asilo».

Precoci e attenti, gli adepti dell’eretico dell’ital-rap... 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia