Ca' Foscari intitola l'Auditorium Santa Margherita a Emanuele Severino
A tre anni dalla sua morte, l’Università Ca’ Foscari Venezia ha oggi intitolato l’Auditorium Santa Margherita, sede istituzionale tra le più importanti dell’Ateneo, al filosofo bresciano Emanuele Severino, suo illustre docente.
La cerimonia è stata introdotta dai saluti istituzionali della rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippiello, e del direttore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali Giuseppe Barbieri. «È con particolare piacere e viva commozione che oggi intitoliamo l’Auditorium S. Margherita alla memoria di Emanuele Severino, filosofo di levatura internazionale, a tre anni dalla sua scomparsa - ha detto la rettrice Lippiello -. Oggi qui onoriamo il ricordo di un autentico maestro. A Ca’ Foscari Severino ha insegnato logica, storia della filosofia moderna e contemporanea, sociologia e Filosofia teoretica dal 1970 al 2001, anno in cui, raggiunti i limiti di età previsti dalla legge, è uscito dai ruoli del nostro ateneo per poi diventarne nel 2005 professore emerito. Vorrei infine ricordare, accanto alla figura pubblica dell’intellettuale, del docente e del filosofo di grandissima levatura, l’eleganza ammaliante del suo eloquio e la signorilità dei modi, la gentilezza squisita della persona».
Barbieri, direttore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, ha commentato: «Mi sono posto una domanda, dopo Pavia e Milano, Severino è giunto a Venezia dove è rimasto fino alla quiescenza. Quanto ha influito Venezia sul pensiero di Severino? Sappiamo bene che quasi tutti i suoi allievi hanno assunto nel tempo posizioni meno legate alla sua ortodossia, ma Venezia è stato un interlocutore esigente? Io credo di sì».
Dopo il saluto di Anna Severino, figlia del filosofo e Presidente Centro Casa Severino - Associazione Studi Emanuele Severino di Brescia che ha ricordato il padre e il filosofo, il prof Luigi Vero Tarca, professore onorario di Ca’ Foscari ha portato la sua testimonianza: «L’incontro con Severino in realtà costituiva sempre un confronto diretto con l’esperienza filosofica intesa come la testimonianza della verità innegabile, e perciò anche con la dimensione più profonda della sapienza. Perché Severino era un vero Maestro».
Un’altra testimonianza è stata portata da Ilario Bertoletti, direttore editoriale Casa editrice Morcelliana di Brescia. La cerimonia si è chiusa con letture di alcuni passi dell’opera di Emanuele Severino da parte di studenti ed ex allievi.
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato