Cultura

Buon compleanno Mino Martinazzoli

Ha ricoperto più volte l'incarico di Ministro, sempre nelle file della Democrazia Cristiana, di cui fu l'ultimo segretario
Mino Martinazzoli ritratto dalla matita del vignettista Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
Mino Martinazzoli ritratto dalla matita del vignettista Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 30 novembre 1931 ad Orzinuovi nasce Mino Martinazzoli, figura di spicco della politica bresciana, nonché nazionale. Ha ricoperto più volte l'incarico di Ministro, sempre nelle file della Democrazia Cristiana, di cui fu l'ultimo segretario. Dal 1972 al 1994 fu Onorevole della Repubblica Italiana, venendo eletto alle volte come senatore e deputato. In ambito locale, fu presidente della Provincia di Brescia dal maggio 1970 al giugno 1972 e 1994 al 1998 fu sindaco di Brescia.

Personaggio di spessore nel mondo politico, fu ministro di Grazia e Giustizia nel 1983, ministro della Difesa nel 1989 e nel 1991/92 fu ministro delle Riforme Istituzionali e degli Affari Regionali nel settimo governo Andreotti. Alle elezioni politiche del 1994 Martinazzoli si impegna nella costruzione di un polo autonomo da contrapporre allo schieramento di centro destra, guidato da Berlusconi ed a quello di sinistra guidato dal segretario del PdS Achille Occhetto.

Questo suo progetto trova sponda in Mario Segni, con il quale fonda la coalizione Patto per l'Italia, che si presenta in tutti i collegi elettorali. Aderiscono alla coalizione gli altri partiti di centro, tra i quali il Partito Repubblicano, il Partito Liberale ed un gruppo di ex socialisti e socialdemocratici capeggiati da Giuliano Amato.

Martinazzoli non si candida alle elezioni e chiede a molti democristiani in auge di non farlo, per favorire il rinnovamento dirigenziale del nuovo Partito Popolare, di cui è tra i fondatori. L'avventura elettorale sarà deludente e la lista del Ppi otterrà un modesto 11%, un terzo dei voti della vecchia Democrazia Cristiana. Il fiasco elettorale porterà alle dimissioni di Mino da segretario del PPI.

Nell'autunno del 1994, accetta di candidarsi a sindaco di Brescia in una coalizione di centrosinistra (Ppi e Pds) prefigurando quell'Alleanza che, con il nome di Ulivo, qualche tempo dopo Romano Prodi proietterà a livello nazionale.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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