Il Brigadiere del Carmine torna nell’ottavo capitolo della saga

Nel nuovo libro di Enrico Mirani, Francesco Setti è alle prese con «ladri gastronomici» e la misteriosa uccisione di un milite neocongedato
L'autore, Enrico Mirani, a Librixia nel 2020 - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'autore, Enrico Mirani, a Librixia nel 2020 - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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«Una promessa: se avessero risolto i casi dei furti e il delitto Lomonaco avrebbe regalato al frate un paio di calzari nuovi». È il singolare voto che il brigadiere del Carmine fa con se stesso mentre non sa che piste seguire.

Il nuovo caso

Una banda saccheggia botteghe e locali del centro di Brescia facendosi beffe dell’Arma, e un soldato da poco congedato è stato brutalmente ammazzato. Il carmelitano con i sandali consumati lungo la strada che porta al Convento di San Pietro in Oliveto è frate Tarcisio, che una fredda mattina di gennaio, scendendo dal Castello per andare a dire Messa nella chiesa di San Zeno al Foro, ha trovato un poveraccio «scannato come un maiale».

«Il Brigadiere del Carmine e i ladri gastronomici» (Liberedizioni, 240 pp., 18 euro) è l’ottava storia che ha come protagonista Francesco Setti, il sottufficiale dei Carabinieri, di consolidata abilità indagatoria, creato da Enrico Mirani. La vicenda è ambientata nel 1920.

L’ambientazione

Secondo una precisa scelta dell’autore, la saga non segue un linea cronologica. Il brigadiere dai baffi brizzolati e il taglio all’umbertina lo abbiamo visto già in azione nel bel mezzo del Ventennio in orbace, così come agli albori rutilanti del Novecento. Ora siamo all’indomani della Grande guerra. Brescia, come il resto dell’Italia, sta cercando di riprendersi.

Tempi grami, anche se i bresciani scoprono come i vecchi dominatori austroungarici stiano assai peggio di loro, al punto da spingere alcune associazioni di casa nostra ad organizzare iniziative di aiuto ed ospitalità per gli orfani dei nemici appena sconfitti, portando bambini viennesi in vacanza sul lago di Garda.

Preti, patrioti e puttane: al brigadiere verrebbe da riassumere così l’habitat bresciano del momento. Ma ha un occhio più acuto e una sensibilità più profonda per non cogliere lo spessore umano della città.

La storia e la Storia

Nel convento dei Carmelitani scalzi, accanto al Castello, ci sono ancora i bersaglieri in attesa di congedo. Qualcuno scalpita e diserta. E combina guai. Le promesse fatte ai combattenti restano lettera morta.

La copertina: una veduta di Brescia
La copertina: una veduta di Brescia

Nelle fabbriche ci sono i primi scioperi, la Società nazionale Radiatori viene occupata. Nelle campagne le leghe dei contadini, rosse e bianche, cercano nuovi patti con i possidenti agrari. Sassate dalla parte dei lavoratori, spari dalle schiere dei carabinieri e delle guardie chiamati dai proprietari: non è raro che qualche poveraccio ci lasci la pelle.

Le opere d’arte, messe al sicuro e mandate a Roma ben impacchettate dopo la disfatta di Caporetto, in una bella domenica di aprile vengono esposte alla Pinacoteca Tosio-Martinengo prima di tornare ai luoghi d’origine. Nei cinema signorine grondano lacrime sognanti per storie sentimentali. E il Circo equestre Gatti riscuote successo con uno show di cani cantanti.

L’autore

Enrico Mirani, giornalista di lunga esperienza, storico di formazione e narratore avvincente, fa rivivere il clima di quei tempi.

Nelle sette storie precedenti ha tratteggiato un affresco vivace della Brescia nel primo quarto del Novecento. Il 1920 è un anno di passaggio: sono ancora livide le ferite della guerra, all’orizzonte si prepara una svolta storica che lascerà il segno. Nella multiforme vita della nostra città colloca le imprese dei «ladri gastronomici» accanto alla brutale uccisione di un soldato siciliano già congedato da due settimane ma che non ha lasciato Brescia per tornare dalla moglie che diceva di amare tanto.

Una doppia inchiesta

Il brigadiere, che non gode certo della simpatia dei suoi superiori, dopo amare esperienze personali (la sua generosa amante di un tempo è in carcere per aver ucciso il marito e la bella maestrina, tenera fidanzata, se l’è portata via la febbre spagnola) prova a ritrovare qualche momento di serenità. Una mano ignota per ben due volte lo prende di mira e gli spara nel buio della notte. Il passato sembra inseguirlo, gli incubi della guerra presentano i conti quando meno se l’aspetta. L’intrigo di fatti, storie e personaggi s’intreccia fino all’ultima riga. Anche dopo che il voto è stato mantenuto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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