Cultura

Brescia e l’amore per la lettura in quasi 100 anni di fiere

Gabriele Colleoni
Nel volume di Roberto Chiarini ed Elena Pala la storia delle manifestazioni antesignane di «Librixia»
Uno degli stand in piazza Vittoria - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Uno degli stand in piazza Vittoria - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Se il «domani è un libro aperto» - come recita il sottotitolo di «Librixia. 1927- 2023 dalla Fiera del Libro di Brescia a Librixia» - la città della Leonessa di quel volume ne ha già scritte diverse pagine a partire dagli anni Venti del Novecento. Pagine che ora possiamo rileggere grazie alla ricerca con la quale Roberto Chiarini ed Elena Pala, storici collaboratori del nostro giornale, ripercorrono un secolo di fiere librarie all’ombra del Cidneo nel contesto culturale e sociale dei cambiamenti vissuti dal nostro paese.

Roberto Chiarini e Elena Pala - Foto Newreporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Roberto Chiarini e Elena Pala - Foto Newreporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Il libro

Il libro, edito dalla Compagnia della Stampa, è stato presentato all’undicesima edizione di Librixia, nel decennale del debutto. Le radici dell’iniziativa che dal 2014 si è imposta come appuntamento culturale di rilievo per la città, risalgono alla fiera libraria istituita nel 1927 nella cornice della Festa nazionale del libro fortemente voluta dalla rivista «Fiera letteraria», e subito «adottata» dal regime fascista a fini di consenso, anche se i principali promotori resteranno a lungo gli editori. L’obiettivo - come spiegava la rivista milanese - è chiaro: «Andiamo incontro al lettore, poniamo il libro ben vicino al passante», nella convinzione che «ogni casa senza libro è come una spelonca».

Ed è proprio questo motto a dare il titolo al saggio di Elena Pala, che ricostruisce con immagini d’epoca e un focus specifico su Brescia la storia della Festa nazionale del libro fino al 1937 quando la manifestazione s’interromperà. Ma già in quel decennio spiccano le innovative forme di promozione: dalle postazioni pop-up nelle stazioni dei treni alle letture teatrali dai balconi, dalla carovana degli scrittori alla raccolta e vendita dei libri usati. Così nel 1933 a Brescia in un solo giorno si venderanno 50mila libri: numeri impensabili oggi e che vedono trionfare grandi classici come l’Odissea.

La ripresa

Un ampio capitolo riprende il filo della storia, dalla riedizione della Fiera del libro nel 1952, con puntuali rivisitazioni anno per anno fino agli inizi del millennio, grazie anche ai resoconti del Giornale di Brescia sulle manifestazioni librarie in città e provincia, e al corredo d’immagini dell’archivio fotografico del GdB.

In questo periodo le fiere si tengono sullo sfondo della progressiva scolarizzazione di massa, dell’entrata nelle case della televisione, di un’ampia diffusione di biblioteche pubbliche fino all’avvento sempre più pervasivo dei social media. Sono i problemi con cui il libro e la lettura si sono dovuti man mano a confrontare e che hanno portato alla «reinvenzione» della fiera come Librixia, spiega Roberto Chiarini, autore del saggio finale.

La nuova stagione ha raccolto sotto la regia di Confartigianato la mobilitazione sinergica di associazioni e istituzioni bresciane, con un successo di partecipazione di cittadini e scrittori ben documentato dall’appendice dedicata a ognuna delle prime dieci edizioni. Oggi, insomma, Librixia è un libro aperto sul domani della «Città che legge», titolo che il Centro per la lettura e il libro del Ministero della Cultura ha voluto riconoscere a Brescia nel 2020.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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