Blanco-Mahmood impressionano, per il resto tanta leggerezza

Erano tra i favoriti - se non «i» favoriti - sulla carta, visto che la loro è un’unione artistica che salda al vincitore del 2019 la rivelazione musicale del 2021. Ma, adesso, questa ipotesi è confermata sul campo. Perché «Brividi» riesce a coinvolgere ed emozionare, in un’alchimia tra stili che ha prodotto una canzone più vicina alla ballad che al rap «spinto», contemporanea ma senza trascurare la tradizione (il che, davanti alla platea «generalista» di Rai1, sarà un bene).
È la sensazione ricavata ieri, quando il brano di Mahmood (al secolo Alessandro Mahmoud) e del bresciano Blanco (all’anagrafe Riccardo Fabbriconi) è stato ascoltato dai giornalisti insieme agli altri 24 partecipanti al prossimo Sanremo. Un’edizione del Festival la cui parola d’ordine sembra essere «leggerezza». La pandemia, per il secondo anno di fila, tiene in scacco l’organizzazione (anche se per ora si parla di capienza piena), ma nei testi rimane ai margini. A farne un accenno soltanto La Rappresentante di Lista, duo che in «Ciao ciao» canta «Che paura intorno / È la fine del mondo» (ma dentro un clima, comunque, molto ballabile e da successone radiofonico, grazie e funk e dance), e Dargen D’Aamico, che inserisce la parola «mascherine» in un sound, a sua volta, da trascinante dance anni Novanta («Andiamo dove si balla, fottit..e e balla»).
Amore, senza sdolcinature
Le vecchie glorie
Tra le vecchie glorie, il Gianni Morandi di «Apri tutte le porte» riesce - grazie alla firma di Jovanotti - ad unire la freschezza, quasi la spensieratezza anni Sessanta con l’attualità dell’arrangiamento. Massimo Ranieri si prepara alle standing ovation per il ritornello di «Lettera al di là del mare», davvero in modalità evergreen di classe. Iva Zanicchi porta invece un motivo sentimentale, «Voglio amarti», che ad un primo passaggio non sembra sfondare. Sul versante opposto, le intemperanze testuali di Ditonellapiaga-Rettore («E non m’importa del pudore, delle suore me ne sbatto totalmente») faranno giusto il solletico nel calderone, e Highsnob e Hu dovrebbero essere la versione 2022 dei Coma_Cose, ma, pare, senza la stessa incisività.
Nuovi fenomeni
Aka 7even, con una spruzzata di rock, piacerà agli amici degli «Amici», Irama dovrebbe (ben) giocarsela, stavolta, con una canzone in crescendo che sfrutta voce e orchestra. La punta del triangolo è Rkomi, che frulla rap e rock e si lancia verso un finale orchestrale issato su un inciso di sicura presa. Mentre Sangiovanni riesce a tenere insieme il romanticismo e la ballabilità. Ana Mena (che «veste» una composizione di Rocco Hunt) non può che incarnare il lato «esotico» dato dalle sonorità latineggianti, ma pure quello popolare con tanto di fisarmonica. Ed anche Giusy Ferreri, abbastanza a sorpresa, sfodera sfumature ritmiche etniche e sensuali. Farà gara a sé Achille Lauro, riconoscibilissimo nel suo mettere insieme pop e rock, l’immaginazione e l’ironia, il fischiettare, il battere le mani e l’accogliere un coro gospel. Non male, infine, i tre concorrenti provenienti da «Sanremo Giovani»: Matteo Romano, Tananai e Yuman.
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