Biesse, quei «merli» sulla torre del Broletto e i volti della storia all’Hotel Mayer
C’è il nostro amato Broletto - immortalato dopo i restauri di inizio Novecento, con la «nuova» loggia delle Grida e l’inedita merlatura fiorita sulla torre del Pégol - sulla copertina del nuovo numero di «Biesse - Rivista di storia bresciana» periodico bimestrale di Fondazione Negri, il cui numero 15 (marzo-aprile 2023) da dopodomani, venerdì 10 marzo, sarà in edicola, in abbinamento con il «Giornale di Brescia», ad 8 euro più il prezzo del quotidiano.
Sono tanti i motivi di interesse e curiosità, nel nuovo - ricordano Mauro Negri e Marcello Zane nell’editoriale - «si concentra in parte su alcune intraprese bresciane del Novecento. Iniziative per nuove infrastrutture - come l’autostrada Brescia-Bergamo o il teleriscaldamento cittadino - e nuove realtà d’incontro di cittadini, come la chiesa di San Giacinto a Lamarmora e palazzo Broletto, o i siti del divertimento per la montagna - il rifugio a passo Gavia - o lacustri - il Lido dei Platani di Iseo e l’Hotel Mayer a Desenzano del Garda». Non mancano - avvisano Negri e Zane - temi più strettamente economico-industriali, «come l’avvio della produzione dell’Ideal Standard», ma anche «i ventagli del design otto-novecentesco» e pure un focus sulle «botteghe del barbiere maschile».
Le fotografie
Le fotografie, che sono il punto di forza della rivista, per questo numero sono tratte da Archivio Negri, Archivio Fondazione Asm, Archivio Cinelli e Archivio Fondazione Ugo da Como. Nell’anno di «Bergamo- Brescia Capitale della Cultura», la rivista riparte dal «Palazzo della brescianità», ovvero il Broletto, nell’articolo a firma di Marcello Zane. Nella composita architettura che assomma diverse epoche, Zane ricorda che la sistemazione effettuata nel 1902 propose la merlatura sulla torre «del Pégol», ovvero del Popolo, sottolineando lo stile neogotico in voga in quelle stagioni, così da dare al Palazzo un sapore medievale.
Industria e lavoro
Si passa poi alla storia dell’Ideal Standard, nome che nel settembre del 1947 la proprietà americana impose alle consociate europee, impegnate nella produzione di sanitari. Una grande fotografia datata circa 1952 mostra il cantiere per l’ampliamento dello stabilimento cittadino, «progettato per raggiungere oltre 60.000 mq (22mila coperti)».
Girando pagina e cambiando argomento, ecco la sontuosa facciata dell’Hotel Mayer di Desenzano, eretta nel 1901, con la sua affascinante storia: «i Mayer - scrive Marcello Zane - erano una famiglia di albergatori, oriundi del Tirolo, che già alla fine del Settecento gestivano a Brescia l’albergo Scudo di Francia e che, con Paolo, dal 24 agosto 1824 assunsero la conduzione del più importante albergo di Desenzano del Garda, al tempo di proprietà della famiglia Castellini».
Numerosi gli ospiti illustri: nell’Hotel già avviato da tempo e tappa del Grand Tour, nel 1688 si fermò il duca di Mantova, nel 1701 il generale austriaco Eugenio di Savoia, «nel 1816 l’Imperatore asburgico Francesco I, seguito da un incantato Lord Byron». E, ancora, il principe di Metternich, Napoleone III, Vittorio Emanuele II, Arrigo Boito, Giosuè Carducci e Giacomo Puccini.
Per chi in questi mesi è rimasto incantato dai due leoni di pietra bianca che provvisoriamente hanno fatto la guardia all’ingresso della Pinacoteca Tosio Martinengo, ecco la loro storia narrata da Stefano Lusardi, con ricco corredo fotografico.
Altri argomenti sulla rivista «Biesse»: il Comparto Milano, il campanile di Gussago, la caserma per la Guardia di Finanza in via Milano, e altro ancora, per chi voglia saperne di più sulla nostra Brescia.
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