«Biesse»: com’è bello guidare i cavalli del tram all’ombra della statua di Arnaldo
Il tram a cavalli che attraversa piazzale Arnaldo; il nascere dell’Istituto Pastori e quello dell’Ospedale Mellini di Chiari. E ancora: la fabbrica di esplosivi Vulcania, il cinema Odeon, il Palazzo dell’Ateneo, con la sua storia. Immagini dalla provincia, con il monumento ai caduti di Nuvolera, e anche un passo «fuori porta» con le foto storiche della mantovana Castiglione delle Stiviere.
Questo e molto altro nel 13esimo numero di «Biesse - Rivista di storia bresciana», periodico bimestrale di Fondazione Negri, è in edicola da venerdì 11 novembre al costo di 8 euro (più l'acquisto del quotidiano). Punto di forza della rivista sono le immagini dell’Archivio Negri. I testi (di Marcello Zane, Silvia Boffelli, Franco Ragni, Giancarlo Cavallini e Mauro Negri) guidano il lettore curioso alla scoperta di volti inediti della nostra città e della provincia.
I racconti
Appassionante la ricostruzione della storia dei primi tram a Brescia, fra «Cavalli e rotaie», nell’articolo di Franco Ragni. Mauro Negri rievoca invece la vicenda della scuola nata dall’iniziativa di un gruppo di «innamorati del sapere agronomico, soprattutto tenaci sostenitori della necessità di un miglioramento agricolo legato alla professionalizzazione di coltivatori e allevatori», per «preparare tecnicamente i giovani ad un’agricoltura "nuova"».
Silvia Boffelli racconta invece le origini dell’Ospedale di Chiari, fin dal lascito del clarense Mellino Mellini, che, avendo perso il padre durante la peste manzoniana del 1630, concepì l’idea di creare «un luogo di cura più "umano" e "professionale"», lasciando «una robusta somma di denaro (duemila "doppie" di Spagna) per vedere prima o poi realizzato il proprio sogno».
Fra le tante storie che la rivista «Biesse» riporta alla nostra attenzione, vi è quella (a firma di Mauro Negri) del cinema Odeon, inaugurato nel 1947 e chiuso nel 1958, per lasciare spazio al primo supermercato di Brescia, la Upim.
Il personaggio
S’intitola «In punta di voce» l’articolo (di Giancarlo Cavallini) dedicato a un personaggio del mondo del melodramma, originario di Maderno, e che gestì l’albergo Spiaggia d’Oro a Barbarano di Salò. Si tratta del soprano Giuseppina Cobelli e del suo incontro, nel maggio 1945, con Henry Pleasants, in servizio nell’Intelligence della quinta Armata dell’esercito statunitense. Costui si trovò ad alloggiare allo «Spiaggia d’Oro».
Gli dissero che la proprietaria, che lui vedeva sempre intenta a fare conti, era stata un celebre soprano, ma a lui il nome, benché fosse un critico musicale, non diceva nulla. Né ebbe inizialmente lumi da parte dell’interessata, che sembrava restìa a raccontare il suo passato da artista. Pleasants però venne a sapere da fonti del Teatro alla Scala quale straordinaria carriera internazionale aveva avuto il soprano. Riuscì allora a vincere la riservatezza della Cobelli, e pian piano ricostruì la sua carriera e le sue doti interpretative, sia vocali che di attrice.
La Cobelli (a cui in anni recenti è stato intitolato un concorso lirico) aveva avuto grandi successi, non solo nei maggiori teatri d’opera italiani, ma anche in Sudamerica, e in opere di Wagner. La sua carriera fu poi in seguito minata da una crescente sordità, che lei nascose a tutti e che cercò di compensare esibendosi munita di apparecchio acustico. «Al termine della sua carriera - scrive Cavallini - aveva interpretato ben 40 titoli operistici». Una bella storia di talento e coraggio, sulle rive del Garda.
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