Benvegnù: «Mi sono arreso alle mostruosità del mio essere»
Un inverno passato a scrivere, riemergendo da un lungo silenzio. Trovarsi con due dischi praticamente chiusi. E bruciare tutto, come fogli in un camino. Poi aspettare, respirando l’aria autentica delle colline umbre, sotto il cielo di nuvole rinascimentali. Aspettare la spontaneità di «Earth Hotel», l’ultimo disco di Paolo Benvegnù, che viene presentato questo sabato, nell’ultima tranche del NoSilenz, l’indie rock festival di Cigole, nel parco di Palazzo Cigola Martinoni (ingresso libero, inizio concerti alle 21.30; in apertura la cantautrice bresciana Cara).
«Dopo un paio d’anni di silenzio ho sentito il bisogno di cercare nelle profondità abissali del mio essere umano e animale, guardare in faccia le mie mostruosità come mai avevo fatto prima» racconta l’ex Scisma (che peraltro rivela di tornare sempre con piacere nella provincia che diede i natali ad una delle più significative band indie-rock degli anni ’90).
«Poi è successo che il flusso è scaturito come una sorgente che si apre il varco tra le rocce - prosegue Benvegnù -. Ad ogni frase si è sovrapposto un accordo. Ho registrato con quel che avevo a disposizione: basso, batteria elettronica, synth. Dopo qualche settimana, qualcuno ha pensato bene di prestarmi una chitarra».
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