Cultura

Beccaccini. La cupa Torino di Giorgio Paludi

La crudezza del sushi come metafora di un'indagine o come immagine di una vita... che non trova i sapori giusti?
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La crudezza del sushi come metafora di un'indagine o come immagine di una vita... che non trova i sapori giusti?
Giorgio Paludi, il commissario creato da Fabio Beccaccini, torna a indagare trovandosi invischiato in un caso che parte da due cadaveri e, via via, si gonfia di nuovi indizi. Nuove diramazioni che complicano la vita a questo commissario cupo e scontroso, che ordina pazientemente le trame di un caso che, organizzato in continuo alternarsi di flashback (aspetto che, ed è un merito, emerge solo dopo un certo numero di pagine) che sballottano tra epoche diverse, fino a trovare la corretta spiegazione in un finale dove l'adrenalina non manca.
Dopo «Giorgio Paludi, 44 anni il Giorno dei Santi», questa nuova avventura del commissario genovese trapiantato a Torino (che regala uno sfondo intenso e inquieto) riconsegna un... buon amico, magari taciturno, ma fidato. Che la penna di Beccaccini ci fa sentire sempre più vicino.

ramp

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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