Cultura

Atmosfere dark alla Latteria Molloy con Emma Tricca

Ieri sera sul palco la cantautrice affiancata da Jason Victor e Steve Shelley. Qui tutta la fotogallery
  • Il concerto di Emma Tricca
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Nascita italiana, solida formazione musicale britannica, numi tutelari dalle parti del Greenwich Village di New York tra anni ’60 e ’70. Fino a qualche tempo fa questa sarebbe stata una presentazione sintetica, ma sostanzialmente corretta, di Emma Tricca, figura emergente della scena cantautorale europea in lingua inglese dell’ultimo decennio.

Oggi, tuttavia, tale inquadramento non risulterebbe più sufficiente: infatti, la songwriter di Chieti, che vive a Londra da quasi vent’anni e che ieri è approdata alla Latteria Molloy di Brescia per la rassegna internazionale «Molloy Calling», ad aprile 2018 ha pubblicato l’album «St. Peter», che disegna orizzonti sonori assai diversi dall’asciutto folk chitarristico espresso nei precedenti dischi («Minor White» e «Relic»), con cui si era guadagnata il plauso della critica e l’attenzione del pubblico.

Accantonato, almeno per ora, il fertile sodalizio con Jason McNiff (nome di culto del New Folk inglese), Emma ha voltato decisamente pagina, spiazzando forse i fan - che la conoscevano impegnata sulle tracce del primo Bob Dylan, di Leonard Cohen, di Joni Mitchell - ma facendo oggettivamente centro anche su terreni mai frequentati prima.

Per passare dal tocco delicato della sei corde accarezzata in modalità fingerpicking a un sound che si aggira energico tra sonorità acide, atmosfere dark e psichedelia elettrica, la Tricca ha puntato su due musicisti di altissimo livello, Jason Victor e Steve Shelley. Victor è il chitarrista che dal 2014 affianca, anche alla voce, Steve Wynn nei The Dream Syndicate (storici alfieri del «paisley underground», attesi la settimana prossima al Vittoriale), e per la Tricca ha pure curato la produzione; Shelley è invece stato il batterista (dal 1985 allo scioglimento della band, avvenuto nel 2011) degli incendiari Sonic Youth. Compagni di viaggio di grande spessore, imprescindibili in sala d’incisione, colonne pure nei live.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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