«Vittoria alata e Nike senza ali»: l’opera dell’artista greca Mary Zygouri

Sara Polotti
La performance fa parte de «I lunedì (stra)ordinari di Fondazione Brescia Musei» e ha coinvolto 12 persone della Cooperativa La Rondine
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
  • «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
    «Vittoria alata e Nike senza ali» nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia
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Ali come simbolo di volo e strumento di raggiungimento delle altezze. Ali come mezzo di riscatto. «I lunedì (stra)ordinari di Fondazione Brescia Musei» si sono arricchiti di una nuova opera site specific e performativa che ragiona sulle ali per parlare di tantissime altre cose (e per avvicinare un nuovo pubblico al patrimonio dei musei cittadini): «Vittoria alata e Nike senza ali» porta la firma di un’artista greca, Mary Zygouri, e ha coinvolto 12 ragazzi e ragazze della Cooperativa La Rondine per realizzare un’opera performativa nel Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia.

La presentazione

Il lavoro è stato presentato lunedì primo luglio, a porte chiuse. L’artista nelle settimane scorse è venuta al museo, l’ha girato, ha ragionato e ha scelto la Vittoria Alata per il suo valore archetipico, che ricorda quello della Nike tradizionalmente conservata per sempre ad Atene per portare vittoria in Grecia. «Vogliamo dare a questo simbolo una motivazione in più. La Vittoria non vuole spronare meramente a vincere, ma a superare ognuno i propri limiti. Italo Calvino diceva che contrapposta all’imperfezione c’è sempre un’ora perfetta. Ho provato quindi a creare una piccola ora perfetta», dice Mary Zygouri.

Il significato della vittoria nella vita quotidiana

L’azione vede la curatela di di Elettra Stamboulis e ha richiesto una settimana di preparazione fisica ed emotiva intorno all’idea della vittoria nella vita di tutti i giorni. «Vittoria vincente, vittoria leggera…». I ragazzi e le ragazze nella performance di venti minuti hanno portato la Vittoria Alata (in miniatura) su un nastro impalpabile, che hanno poi steso e accompagnato per venti minuti al centro del prato nel chiostro, enunciando i concetti e usando le sonorità della voce come parte integrante dell’azione.

La Cooperativa La Rondine dal 1986 si occupa di persone con disabilità, persone anziane e persone con fragilità psichica. Il coinvolgimento nei lunedì (stra)ordinari è possibile proprio grazie alla natura della cooperativa, dato che — come spiega Federica Novali di Fondazione BresciaMusei - «nel 2023 la Fondazione ha vinto il Bando Cariplo Per la cultura 2023 per realizzare una serie di progetti dedicati alla cura e ai pubblici fragili. Lo facciamo attraverso sperimentazioni e laboratori per avvicinare tutti i pubblici al patrimonio del museo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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