Arte

Opere di Giovanni Repossi cercansi: l’appello di due fondazioni

Sara Polotti
L’obiettivo è raccoglierle per realizzare un volume antologico sull’artista di Chiari e poi una mostra
Fondazione Dolci, omaggio a Repossi
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AAA cercasi opere di Giovanni Repossi (alias Franco, come lo conoscevano nella sua Chiari). Il prolificissimo artista è scomparso da dodici anni e per la Fondazione Morcelli Repossi è giunto il momento di raccogliere tutte le opere, da pubblicare poi in un volume antologico che sia il più esaustivo possibile (la stampa è prevista per settembre), organizzando infine una mostra antologica collaterale.

«L’idea è fare un grande e corposo libro», dice il presidente di Fondazione Dolci Eugenio Busi, che si occuperà della raccolta con Fondazione Morcelli Repossi, «e la mostra che arriverà sarà di contorno». La mostra si terrà proprio negli spazi di Fondazione Dolci, che si trova a Brescia in via Raffaello 163.

Ecco dunque che le fondazioni lanciano un appello: chiunque sia in possesso di un’opera di Repossi – bozzetti, quadri, schizzi, disegni – contatti entro settembre le mail fd.pasini@martinodolci.it o i numeri 328/8373014 e 340/3224500. Alla fine, materiale alla mano, si deciderà come organizzare la pubblicazione.

Il lavoro che ci si appresta a fare è molto faticoso: come spiega il presidente della Fondazione Morcelli Repossi, il giornalista Claudio Baroni, Repossi era vulcanico e poliedrico e moltissime persone tra Chiari e Brescia hanno appesa in casa almeno una sua tela. «Era davvero disordinato. Mettere ordine sarà un’impresa ma vale la pena di fare il punto con un’opera organica che lo valorizzi pienamente».

«Organizzare le sue mostre era da spararsi», conferma il curatore Mauro Corradini. «Si arrivava a un’ora dall’esposizione senza i quadri. Nemmeno lui sapeva dove fossero. Era fatto così. Per me», continua, «ci sono tanti Giovanni. Era amico, padre, guida. Faccio solo una richiesta a chi raccoglierà le opere e pubblicherà il volume. Nella mia vita ho scritto tanti coccodrilli, ma una mia regola era: non scriverne mai uno di una persona più giovane di me. Ma non è andata così per Repossi. Quando Giovanni morì fu un colpo inaspettato e non avevo scritto nemmeno una riga. Buttai giù così un testo d’affetto per un amico che moriva, non da critico d’arte. Mi piacerebbe che si recuperasse». Come sottolinea Corradini, le opere di Repossi sono uniche: lavorava per memorie intuitive. «Non aveva sottomano i soggetti, ma trascriveva su tavola ciò che aveva dentro».

Durante la conferenza di presentazione dell’iniziativa — a cui erano presenti i rappresentanti di Brescia e Chiari e quelli delle fondazioni coinvolte — il figlio Marsilio Repossi (insieme con la sorella Maria) ha confermato che il corpus di opere del padre è davvero enorme (Busi parla di migliaia di lavori). «Mio padre non teneva conto delle opere eseguite o degli acquirenti. Qualche anno fa abbiamo cercato di risalire al numero indicativo dei lavori ma non riuscimmo. Ora ci mettiamo a disposizione e speriamo di raccogliere quanto più materiale possibile per un volume che resti nella memoria pittorica bresciana».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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