Arte

«La stagione della migrazione a Nord»: la mostra di Albaih tiene al centro i diritti umani

Marco Papetti
Fondazione Brescia Musei sceglie un altro artista contemporaneo dalla vocazione politica e sociale per l’esposizione-evento nell’ambito del Festival della pace. La personale del sudanese sarà visitabile dal 9 novembre al 23 febbraio al Santa Giulia
La presentazione della mostra di Khalid Albaih - © www.giornaledibrescia.it
La presentazione della mostra di Khalid Albaih - © www.giornaledibrescia.it
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Cambiano gli artisti, resta un tema di fondo: i diritti umani. Per la quinta volta Fondazione Brescia Musei ripete il format di una mostra dedicata ad artisti contemporanei dalla vocazione politica e sociale: dopo le personali di Zehra Doğan, Badiucao, Victoria Lomasko e la mostra «Finché non saremo libere» dello scorso anno, con opere di cinque artiste iraniane, stavolta tocca al sudanese Khalid Albaih, di cui dal 9 novembre al 23 febbraio 2025 sarà esposta al Museo di Santa Giulia la personale «La stagione della migrazione a Nord».

La mostra 

Curata da Elettra Stamboulis, il titolo della mostra riprende quello di un importante romanzo della letteratura sudanese, dello scrittore Altayib Salih, che farà da voce narrante all’esposizione. «La stagione della migrazione a Nord» tratta di migrazioni, dell’Africa e della sua percezione in Occidente, temi che Albahi, nato in Romania nel 1980 da un diplomatico sudanese e oggi residente a Oslo, «affronta ponendo domande, con immagini ambigue che si prestano all’interpretazione, senza mai offendere», ha spiegato la curatrice Stamboulis.

La mostra sarà anche una ricognizione della carriera di Albahi, che iniziò la sua attività nel 2008 con disegni pubblicati online col nome di «Khartoon», fusione tra «cartoon» e Khartoum, capitale del Sudan. Lavori che spesso parlano del suo Paese, alle prese dal 2023 con una guerra civile che ha causato più di 10 milioni di sfollati. «In questi tempi è molto difficile parlare di temi seri, per cui sono grato a Brescia per l’opportunità che mi è stata data», ha detto questo pomeriggio Albaih, in Loggia per un talk con Zoya Shokoohi, una delle artiste della mostra del 2023. «Ho cominciato a disegnare perché non avevo altra scelta – ha raccontato Albaih –, qualcuno deve farlo, soprattutto in questi momenti in cui accadono cose orribili. Di solito non si sente parlare molto del Sudan, speriamo che il mio contributo possa gettare una luce e far parlare di questa realtà».

La riflessione

La mostra è proposta nell’ambito del Festival della pace, dedicato all’Africa, e sarà visitabile gratuitamente durante la rassegna: «Ci auguriamo che l’arte consentirà di fare una riflessione politica, com’è stato nelle occasioni precedenti», ha detto il presidente del consiglio Comunale Roberto Rossini.

Per Fondazione Brescia musei si tratta del quinto capitolo di un percorso cominciato nel 2019: «La nostra sfida è trovare grandi artisti capaci di trasmettere con l’arte un messaggio che altri trasmettono con altri mezzi – ha detto la presidente di Fondazione Brescia Musei Francesca Bazoli –. Una sfida che possiamo considerare vinta». Il patrimonio della Fondazione si è intanto arricchito di due opere di Zoya Shokoohi, donate dall’artista dopo il suo passaggio a Santa Giulia lo scorso anno: «È importante che questi artisti, esuli, contribuiscano alle collezioni pubbliche di un museo italiano – ha detto il direttore di Brescia Musei Stefano Karadjov –. Così sedimentano il loro archivio diffuso»

Il percorso di «narrazione dei diritti attraverso il contemporaneo» promosso dal Comune e da Brescia Musei, ha detto la sindaca di Brescia Laura Castelletti, continuerà: «È un’importante militanza politica e civile della città attraverso l’arte in difesa dei diritti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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