La geografia fisica e umana di Ottorino Garosio in cinque mostre
È stato il cantore della civiltà locale della Valle Sabbia, della quotidianità dei valligiani, degli affetti e della natura. Ma anche dell’umanità tutta, dell’uomo. Ottorino Garosio, nato e vissuto a Vestone, scomparso nel 1980, è stato un pittore prolifico e creativo, da non intendere solo in maniera folcloristica, ma semmai come artista capace di far dialogare il locale e il globale, si direbbe oggi.
Le mostre
È questo il senso dell’operazione messa in campo da cinque associazioni Villa Glisenti 43 di Vestone, Habitar in sta terra di Bagolino, Assessorato alla Cultura del Comune di Sabbio Chiese, Associazione Artisti Bresciani e Fondazione Martino Dolci, ovvero cinque mostre - e un catalogo - da organizzare nel 2025, presumibilmente attorno a Paqua, in luoghi, tra Valle Sabbia e città, che ripercorrono la geografia fisica, ma anche umana di Garosio.
I curatori sono Alfredo Bonomi, Fausto Lorenzi e Michela Valotti, coordinati da Gianfausto Salvadori, con Emanuele Busi alla segreteria. A Vestone ci sarà una mostra diffusa che farà perno sulla sala espositiva di via Glisenti 43 e sulla sala Moroni. A Bagolino l’esposizione si terrà a Palazzo San Giorgio, a Sabbio Chiese al Santuario della Rocca, a Brescia nelle sedi dell’Associazione Artisti Bresciani in vicolo delle Stelle e della Fondazione Martino Dolci in via Raffaello Sanzio.
L’appello per raccogliere le opere
Le mostre di Vestone e Brescia ripercorreranno l’intera opera di Garosio, quelle di Bagolino e Sabbio Chiese approfondiranno aspetti specifici. «Chiediamo a tutti coloro che hanno opere di Garosio di metterle a disposizione in modo che i curatori e un gruppo di lavoro di esperti possano valutarle – spiega Salvadori –. Questa raccolta di disponibilità dovrebbe chiudersi a fine gennaio 2025. Vorremmo mettere in mostra anche inediti».
Per la raccolta delle disponibilità a prestare le opere da parte di privati è stato creato un apposito link. L'ultima mostra su Garosio è del 2005. «Garosio ha ancora da dire qualcosa nel dialogo tra la provincia cui appartiene e la città – sottolinea Bonomi – . Il percorso fatto da Garosio da Vestone alla città e viceversa è fisico, ma anche metafora del percorso della vita. Lo ripercorriamo e per questo abbiamo immaginato il percorso tra Vestone, luogo degli affetti, Bagolino, Sabbio Chiese e la città. Perchè sentiamo l’urgenza di riaprire il discorso su Garosio? Per far emergere il valore della civiltà locale in un mondo dove le regie sono più vaste, intendendo la sua originalità e non la sua massificazione».
Lorenzi ha ricordato: «Garosio è un pittore tra lingua e dialetto, del concreto, ma anche autodidatta, acculturato. La sua pittura ha un fondo molto duro, sintetico, ma si sentono echi di Tosi, Carrà. A Bagolino verrà raccontata la fase giovanile, con i paesaggi dell'alta montagna, a Sabbio Chiese la grafica».
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