L’artista Pietro Gardoni a Parigi con il video sul cestaio di Bienno

Uno sguardo sensibile sul mondo e sulla natura. È ciò che ha guidato il cammino artistico di Pietro Gardoni: da Brescia a Vienna, da New York a Berlino, da Pelotas, fino a tornare, oggi, a Parigi. La Ville Lumière accoglie infatti il suo ultimo lavoro di video arte, «Histela», al festival Ethnografilm Paris, dal 16 al 20 aprile al Club de l’Etoile.

La proiezione sarà il 19 aprile alle 16. «Histela» (cesta, in dialetto biennese) in 15 minuti cattura, con poesia, il gesto antico e paziente dell’artigiano Lucio Avanzini, cestaio di Bienno. In un’inquadratura serrata, lo spettatore assiste alla nascita di una cesta costruita a mano. Ne emerge un senso profondo di spiritualità: il lavoro come gesto sacro, in armonia con la natura, il tempo e la memoria. A dare corpo all’atmosfera sono le note intense di «Finding Lights», brano nato dalla collaborazione tra Robert Rich e Luca Formentini. L’opera tornerà simbolicamente a casa, a Bienno, dove sarà proiettata dal 23 al 31 agosto alla Mostra Mercato, in collaborazione con l’associazione Borgo degli Artisti. Abbiamo incontrato l’artista per intervistarlo.
Pietro Gardoni, come è nato il progetto Histela?
Lavoro con il video da circa quattro anni. Dai lavori sulla natura incontaminata, sono passato a raccontare il rapporto tra la natura e l’uomo. In Lucio ho trovato la figura che ne rappresentasse al massimo l’equilibrio. Apprezzando la spiritualità non solo del suo lavoro, ma anche del luogo in cui lo svolge, è stato naturale cominciare a filmarlo.
La natura è il fil rouge…
Fare arte nella natura per me è un privilegio. Uno dei miei lavori principali – che porto avanti da cinque inverni – si chiama “Acqua e Ghiaccio” ed è una ricerca di immagini astratte all’interno di fiumi e torrenti ghiacciati. Questo è un lavoro che ha avuto sbocchi internazionali da New York, alla stessa Parigi. Qui in provincia di Brescia è installata in modo permanente al Musil di Cedegolo. Ultimamente mi sto spostando verso il racconto dell’interazione tra uomo e natura, cercando queste situazioni virtuose, in cui c’è un forte senso artistico, come nel lavoro di Lucio.
Nel lavoro delle mani di Lucio troviamo una dimensione profondamente mistica…
Entrando nel suo laboratorio a Bienno, ho sempre avvertito questa grande spiritualità. Un luogo in cui personalmente trovo pace interiore. Ero affascinato anche dai colori degli arbusti che utilizza per intrecciare le sue ceste: salici selvatici, castagno e rametti di altri arbusti locali.
Quanto è importante la colonna sonora nelle sue opere?
Il suono, che sia naturale o colonna sonora, per me è quasi più importante dell’immagine video stessa. Negli ultimi anni ho lavorato con Luca Formentini, un grande compositore che ha delle importanti collaborazioni internazionali, tra cui Robert Rich, un pioniere di una certa musica sperimentale. Ho trovato che i loro suoni si adattassero perfettamente all’atmosfera meditativa e molto pura del lavoro di Lucio.
Ad agosto l’opera tornerà a Bienno.
Sì, ci tenevo particolarmente, Lucio è molto radicato al suo territorio e Bienno è un paese che ha una sua magia. La Mostra Mercato è molto visitata, era il momento ideale per mostrare questo video. A Bienno c’è anche l’Associazione Borgo degli Artisti, che collabora con artisti internazionali di arte contemporanea … era la situazione ideale!
Progetti per il futuro?
Durante la Mostra Mercato verrà mostrato un altro video, in questo caso si tratta di un fabbro, un lavoro completamente opposto a quello di Lucio, che è fatto di una grandissima leggerezza. Anche il fabbro però trasforma gli elementi naturali in modo quasi alchemico e magico, passando attraverso il fuoco. Anche questo è un lavoro in forte comunione con la natura.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.