La collezione d’arte di Palazzo Maffei a Verona parla anche bresciano

Innamorato delle cose belle come della sua Verona. Luigi Carlon, imprenditore e Cavaliere del lavoro, da sempre appassionato d’arte e importante collezionista, cinque anni fa ha deciso di condividere con i veronesi e i turisti la straordinaria collezione d’arte raccolta negli anni.
Acquista e restaura Palazzo Maffei, lo straordinario edificio seicentesco che chiude Piazza Erbe la dove sorgeva in epoca romana il Foro, e vi trasferisce la sua collezione. Il 14 febbraio 2020 apre per la prima volta al pubblico su iniziativa della Fondazione istituita da Carlon, «Palazzo Maffei Casa Museo», che ha appena compiuto cinque anni. Uno scrigno d’arte nel cuore di Verona, allestito secondo il progetto scientifico e percorso museografico curato da Gabriella Belli.
Opere
Nelle sue sale è esposta una raccolta d’arte eclettica che attraversa i secoli, con centinaia di opere internazionali, capisaldi dell’arte veronese, e capolavori riconosciuti di massimi artisti. Un cortocircuito espositivo che fa dialogare antico e moderno: 29 sale e oltre 650 opere che attraversano 4mila anni d’arte, dato il recente ingresso di una piccola barca sacra egizia.
Una collezione che parla anche bresciano grazie allo stipo da viaggio del Sedicesimo secolo e al «Ratto di Elena» di Zenone Veronese, ambientato sul lago di Garda.
Artisti
Tra arredi antichi e pezzi di design, avori, ceramiche rinascimentali e fondi oro, si possono ammirare i capolavori di Mantegna, Veronese, Giolfino, Canova, van Wittel, Boldini, fino alla recente acquisizione della Grande Onda di Hokusai.

Ma ci sono anche opere del Novecento italiano e internazionale: Picasso, Magritte, Kandinsky, Duchamp, Max Ernst, Modigliani, Severini, Balla, Boccioni, De Chirico, Fontana, Burri, Manzoni e tanti altri. E poi i contemporanei, spesso con opere commissionate appositamente, tra cui Cattelan, Sassolino, Nannucci, Daan Roosegaarde, Giuseppe Gallo, Nunzio, Claire Fontaine, e perfino un’opera site specific realizzata nel 2024 con l’intelligenza artificiale dal giovane Manuel Gardina, che muta con l’interazione del pubblico.
Disposizione
Carlon e la figlia Vanessa – che è la direttrice del museo – hanno voluto fare di Palazzo Maffei un luogo d’arte e cultura per tutti. Il primo piano si sviluppa su due binari: uno, connotato dagli affacci sulla piazza, privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo e ricrea l’atmosfera di una dimora privata, con nuclei tematici d’arte antica in cui irrompe all’improvviso il dialogo con la modernità; l’altro, invece, dedicato al Novecento e all’arte contemporanea, propone una vera e propria galleria museale dove spiccano molti capolavori e si scorge la passione per il Futurismo e la Metafisica.
Al piano superiore le sale non seguono un fluire cronologico, ma rappresentano ciascuna un’entità a sé. Singoli episodi di una vasta narrazione intorno a tematiche eterne o di stringente attualità: il rapporto tra l’uomo e il cosmo, la natura e l’infinito, la sostenibilità ambientale.
Novità
Accanto al percorso anche nuovi spazi culturali per le attività e gli incontri, come il «Teatrino di Palazzo Maffei». Nella Project Room è allestita Aeterna Mente dello studio CamerAnebbia, la nuova video installazione multimediale e interattiva sulla storia di Palazzo Maffei. Un’altra opera site specific è attesa il prossimo autunno in occasione di ArtVerona, un lavoro dell’eclettica artista e regista veronese Anna Galtarossa. Dal 1 marzo la casa-museo è aperta sei giorni a settimana, con chiusura il martedì.
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