Bambini al museo: i progetti bresciani per portare i più piccoli nel mondo dell’arte
Non correre, non urlare, non toccare ciò che non puoi toccare. Se ci si ferma alle necessarie e dovute raccomandazioni, il museo deve sembrare a un bambino un posto piuttosto austero e noioso, pieno di «cose» strane e poco interessanti. Eppure, a pensarci bene, il disegno, il colore, la manipolazione sono le prime forme di espressione di un bambino.
Affinché i più piccoli non perdano il contatto con il mondo dell'arte, molti musei bresciani hanno negli anni sviluppato modalità interazione che vanno oltre, e in qualche modo completano, la classica visita guidata tipica delle gite.
App game e Easyguide
Fondazione Brescia Musei, tanto a Santa Giulia quanto alla Pinacoteca Tosio Martinengo, al Capitolium e in Castello, ha in anni recenti messo a punto un’offerta capace di «rendere la visita ingaggiante per i più piccoli», come spiega il direttore Stefano Karadjov. Tra i presupposti di partenza, il loro essere «nativi digitali»: i bambini di oggi nascono e crescono accompagnati da dispositivi multimediali che nelle sale espositive diventano coinvolgenti e non alienanti.
Prendiamo la app game di Geronimo Stilton: a Santa Giulia come in Pinacoteca e in Castello, i piccoli visitatori sono chiamati a partecipare a una missione di ricerca che li «obbliga» prima ad ascoltare la storia delle sale, delle opere e degli artisti per conoscere gli indizi, e poi a scrutare tutte le opere per trovare la soluzione dell’enigma. Una fetta di formaggio (il qr code) dopo l'altra, gli esploratori attraversano le sale, i periodi e gli stili in mostra con tempi e livelli di attenzione diversi - certo -, ma pur sempre coinvolti.
«Non è scontato che i bambini si avvicinino all’arte - argomenta Karadjov -, ma il nostro saper essere per loro "orecchiabili” e riuscire a portarli alla scoperta del progetto culturale per condurli anche alla bellezza dell’interazione con altri coetanei, così come con gli educatori, è fondamentale per il futuro. Nostro, loro e delle famiglie, che vengono inevitabilmente trascinate dai figli». In quasi tre anni, dicono i dati, sono più di 7mila i gruppi familiari che hanno visitato un museo insieme al celebre topo.
Oltre alla app game di Geronimo Stilton, esiste nei luoghi di Brescia Musei anche una Easyguide a cui accedere con il proprio dispositivo - gratuitamente - che per quasi tutte le mostre propone un percorso dedicato ai bambini, anche questo basato su un’esperienza di avventura e missione.
«Si tratta di un continuum digitale – spiega ancora Karadjov -, vogliamo essere fluidi nella gestione dei prodotti e continuare a migliorare. Non abbiamo, comunque, solo progetti multimediali».
Strumenti analogici
Perché il sistema resti in equilibrio tra analogico e digitale, l’offerta per i bambini conta anche su strumenti più tradizionali. È il caso degli activity book, libricini in formato leporello realizzati da Davide Sforzini. Ne esiste uno per ciascun museo e unisce alla parte testuale, descrittiva e di spiegazione, indicazioni sul percorso da seguire, disegni degli oggetti o dettagli da cercare, giochi, indovinelli e rompicapi.
In altre occasioni, al termine del percorso espositivo i più piccoli - ma in verità anche i grandi –possono creare la propria opera legata a quelle dell’artista in mostra per poi inserirla in uno spazio condiviso.
Progetti editoriali
Di più ampio respiro e non legati a una specifica visita, ci sono poi i progetti editoriali che hanno portato l’arte bresciane nel mondo di Topolino, di Pimpa e della graphic novel.
«Grazie alla collaborazione con Panini - racconta Karadjov – sono nate due storie pubblicate su altrettanti numeri di Topolino ambientate a Brescia: una rimanda al periodo rinascimentale, al tempo di Savoldo, l’altra invece richiama la Vittoria Alata».
Nel novembre 2020, poco dopo il ritorno della Vittoria Alata restaurata, il numero 3391 di Topolino ha proposto infatti, in omaggio alla celebre statua dell’età romana, «L’avventura della Minni Alata»; mentre lo scorso anno Giovanni Gerolamo Savoldo – tra i protagonisti della mostra che sarà allestita alla Pinacoteca Tosio Martinengo a partire da ottobre – è diventato il Topoldo della misteriosa storia che porta Minni e Pippo a Brescia, ispirata all’opera «Ritratto di giovane flautista».
Dedicata ai più piccoli invece è la guida che ha per protagonista Pimpa, uscita sempre nell'autunno scorso, alla scoperta della nostra città. Per i più grandi spazio alla grafic novel, con «Gli gnari di Brixia», ambientata al Castello Cidneo e ispirata al Falco d’Italia per la penna di Mirko Perniola.
«Sono esperienze fondamentali per far conoscere Brescia anche a quei bambini e ragazzi che non vengono fisicamente al museo» sottolinea Karadjov.
Museo come «zona di contatto»
C’è poi tutta l’offerta delle «esperienze di gruppo», che alle tradizionali uscite didattiche affianca laboratori specifici per le diverse fasce d'età.
È il caso, per esempio, della Collezione Paolo VI di Concesio, che propone attività per scuole, famiglie e adulti con l’obiettivo di incoraggiare il dialogo con l’opera d’arte e offrire nuovi spunti per osservare e interpretare la realtà che ci circonda.
L’obiettivo è rendere il museo una «zona di contatto», luogo di confronto, riflessione e partecipazione attiva dove nutrire la propria sensibilità, approfondire la storia, scoprire e riscoprirsi attraverso l’arte.
L’offerta educativa della Collezione Paolo VI propone una serie di laboratori destinati alle scuole di ogni ordine e grado, che affrontano vari temi e soggetti incoraggiando la scoperta, l’immaginazione e la creatività, oltre che l’approfondimento storico-artistico. Con l’ulteriore possibilità di declinare specifici obiettivi didattici attraverso una progettualità condivisa con i docenti.
Quando la scuola è chiusa
Da ultimo, ma non meno importante, c’è tutto il capitolo dei camp. Per Fondazione Brescia Musei si tratta della naturale estensione del ricco calendario di laboratori disponibili durante tutto l’anno: quando la scuola è chiusa, soprattutto d'estate ma anche durante le vacanze di Natale o di Pasqua, vengono organizzate attività giornaliere in piccoli gruppi con settimane tematiche.
Per gli adolescenti, poi, c'è una programmazione specifica, così come specifica è la programmazione al cinema Nuove Eden non sono per quel che riguarda le proiezioni per i bambini, ma anche per le mamme che possono entrare in sala con il passeggino, luci soffuse e le condizioni per poter allattare il proprio bebè.
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