Arte Nft bresciana: dalla Leonessa a Tokyo. Con i consigli di Domenico Quaranta
È considerata la Times Square nipponica, per via degli schermi giganti che sovrastano i negozi e gli incroci stradali, e comprende due delle stazioni ferroviarie più frequentate al mondo: Shibuya, il centro nevralgico di Tokyo, non è certo un luogo dove si passa inosservati. Lo sa bene Silvia Libutti, 26 anni, la modellatrice 3D bresciana dietro a «Strato Duck», il papero digitale proiettato l’anno scorso su ben quattro edifici della capitale giapponese, proprio a Shibuya.
Libutti (@sisi3dartist su Instagram), che al suddetto progetto NFT («non fungible token», file certificato) ha lavorato a fianco dell’artista bresciano Strato, è la protagonista di questo terzo appuntamento con l’arte digitale. Intervistata con lei, c’è anche l’illustratrice e creator Laura Micieli (32), in arte Cip (@cipblue), che torna a dialogare con il GdB dopo l’incontro dello scorso marzo dedicato al suo fumetto «Paracity», allora fresco di stampa. Chiudono l’articolo i consigli dell’esperto di blockchain Domenico Quaranta (Brescia, classe 1978), rivolti a tutti coloro che intendono cimentarsi nel campo degli NFT. Quaranta è scrittore, curatore d’arte, fondatore del Link Art Center e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano). È autore di Net Art (2004), Media, new media, postmedia (Postmedia Books, 2010), In Your Computer (LINK, 2011) e altri volumi su NFT e blockchain in italiano e in inglese.
Premesse
Prima di iniziare, è opportuno fare qualche premessa. Come già ricordato nel primo e nel secondo episodio di questa serie di interviste, infatti, il cosiddetto universo «Web3» è regolato da meccanismi informatici complessi, di comprensione tutt’altro che immediata.
- Perché si parla tanto di NFT? Il concetto di NFT è meno astratto di quanto si pensi. Sempre più aziende applicano questa tecnologia all’interno delle proprie catene di produzione e distribuzione.
- Cos’è un NFT? L’NFT è un asset digitale che rappresenta un oggetto virtuale o reale. Nasce dall’esigenza di decentralizzare il mercato (finanziario all’inizio, di tanti altri settori poi) attraverso l’utilizzo di tecnologie trasparenti. Gli NFT possono rappresentare, oltre alle opere d’arte, anche avatar di videogiochi, figurine collezionabili, biglietti e molto altro; l’autenticità di tali oggetti/file è certificata dalla blockchain, una catena “a blocchi” in cui ogni evento della vita dell’oggetto viene registrato ed è consultabile da tutti – da chi lo crea, lo vende, o lo compra.
- Ogni NFT è quindi unico e insostituibile? In teoria, sì. In pratica, la realtà non sempre rispecchia questa definizione. Lo spiega bene il prof. Quaranta alla fine di questo articolo.
- Dove si possono acquistare le opere NFT? Le piattaforme online più utilizzate nel settore artistico-creativo sono Opensea, Objkt, Superrare (solo su invito) e Magic Eden, ma ne esistono anche altre. Si commercia in criptovalute (24/11/22, ethereum: 1ETH=1.150€, solana 1SOL=14€, tezos 1XTZ=0,94€ ecc.).
- Su questi siti si trovano solo artisti e collezionisti? No, non tutti coloro che commerciano NFT sono creator o collezionisti/galleristi. Al momento, la maggioranza degli utenti dei siti in questione compra NFT per poterli rivendere a propria volta e guadagnare ad ogni vendita, sfruttando la popolarità dell’opera («token») in questione.
Silvia e Laura, qual è stato il vostro percorso di formazione artistica?
SL: Ho frequentato il liceo artistico a Brescia, senza terminare gli studi. Una volta constatato che la mia passione per la scultura fisica (creta e altre tecniche) si scontrava con uno scenario lavorativo piuttosto incerto, ho optato per la modellazione 3D. Mi sono iscritta quindi al corso per 3D Artist della Scuola Internazionale di Comics a Padova e successivamente al master in Computer Grafica 3D della Sky Up Academy a San Gregorio Nelle Alpi (BL). Qui ho trascorso un periodo immersivo di 6 mesi in college, fino a gennaio 2020. Tra le competenze acquisite: animazione, texturing, modellazione organica (da forme naturali e non geometriche). Trovare lavoro dopo non è stato difficile, anche se il settore aziendale è molto diverso da quello artistico.
LM: Mi sono diplomata al liceo artistico a Brescia e poi alla Scuola del Fumetto a Milano. Dal 2016 al 2018 ho lavorato presso L'ozio, lo spazio collaborativo fondato da Biro in zona Carmine (prima in via Benacense, poi in via Battaglie). A fine febbraio di quest’anno è uscito il mio graphic novel (libro-fumetto) per MalEdizioni, dal titolo «Paracity». Al momento lavoro come illustratrice su commissione per privati, aziende, laboratori e studi d’animazione.
Come vi siete avvicinate al mondo degli NFT e in cosa consistono i vostri progetti?
SL: Nel 2020 ho creato l’avatar di Strato (@strato200s), artista e tatuatore bresciano residente a Berlino e famoso nella scena underground internazionale. Strato ha lavorato al concept (al disegno 2D), io alla modellazione, alla texture e al render. È stato lui a suggerirmi di entrare nel mercato NFT. Forte di collaborazioni con Dr. Martens, Carhartt e altri brand, aveva già prodotto un token («0 Problems») per la collezione NFT della Superchief Gallery di New York. Con «Strato Duck» (o «3D Duck», dal valore attuale di 0,25ETH, cioè 287€), è subentrato il mio lavoro da modellatrice, apprezzato a tal punto che l’NFT è finito sugli schermi di Neo Shibuya TV, azienda pubblicitaria che collabora con Superchief Gallery. Ho creato l’avatar anche del fratello di Strato, Lugosis, artista altrettanto popolare (grafiche per Nike, Tod’s, ecc.), e di un rapper americano, Always Proper, che lo ha utilizzato come copertina del suo album South Side Pimpin’ (2021). Poi, a febbraio 2022 io e altri due ragazzi, un programmatore e un artista che si occupa del 2D, abbiamo deciso di avviare un progetto NFT insieme: una serie di 5 personaggi – 5 collezioni con numero indeterminato di combinazioni, minimo 1000 a collezione/personaggio. Faremo uscire una collezione alla volta. Il progetto è tuttora in corso.
LM: Anni fa ho avuto modo di conoscere personalmente il team di Genuino, una piattaforma online nata nel 2018 e dedicata a collezionisti e creator. Qui è possibile collezionare NFT a cui sono associati oggetti reali – come opere d’arte, carte da gioco o, grazie alla collaborazione con ACF Fiorentina, anche maglie indossate dai calciatori e prodotti del Club in edizione limitata. I pacchetti di Genuino sono «a scatola chiusa»: chi si iscrive al sito compra, spacchetta e inizia a collezionare, scambiando le carte, ad esempio, con altri utenti. Per loro ho creato 10 NFT (2 carte, ciascuna disponibile in 5 versioni diverse) per una collezione («stagione») nel 2021 e 5 NFT (1 carta, in 5 versioni) nel 2022. I miei NFT presentano stili diversi: dal tratto marcato di «Lord of the Boars», che richiama le mie illustrazioni cartacee, si passa al viola fluo di «Purple Roots». Con Genuino mi sono sentita al sicuro: erano i miei primi NFT e ho preferito inserirmi in un marketplace già collaudato, già stabile, invece che “tuffarmi” alla cieca nell'oceano di OpenSea (letteralmente, «mare aperto», dall’inglese).
Arte fisica, arte digitale…o entrambe?
SL: Direi digitale. Forse per le maggiori opportunità che offre rispetto all’arte fisica. Per modellare in 3D utilizzo Blender, Maya, Zbrush, come si può vedere dal mio profilo Instagram.
LM: La sensazione che provo spennellando non sarà mai la stessa provata nel creare opere digitali per mezzo di software (come Photoshop, dove creo animazioni «frame by frame»). Le animazioni però mi affascinano e, se c'è un futuro per me negli NFT, è nell’animazione. Sono rimasta però ancorata all'arte materiale, devo essere sincera.
Il panorama NFT italiano, e in particolare quello bresciano: come li vedete?
SL: A Brescia c’è già qualcuno che si occupa di NFT e web3 in generale, mi sembra. Dopo il boom, tutti sono stati attirati dai potenziali profitti, magari più per fare “trading” che per l’aspetto creativo. In generale, comunque, il panorama italiano è un po’ in ritardo rispetto al resto del mondo. Inoltre, ho l’impressione che le artiste digitali italiane siano meno dei colleghi maschi. Basti pensare che alla Sky Up Academy, nel mio corso eravamo 2 ragazze su 15. Computer Grafica e modellazione sono ambiti particolari, che richiedono una formazione tecnologico-informatica e in Italia quest’ultimo campo disciplinare è in genere prediletto dai ragazzi (anche se le cose stanno cambiando).
LM: Il panorama italiano NFT sta pian piano raggiungendo quello internazionale, e vale lo stesso un po’ anche per Brescia, seppure non sia ancora comparabile a Milano, per esempio. Non ne so però abbastanza, a riguardo. Da donna, ho potuto constatare che la disparità di genere interessa, oltre a tanti ambiti lavorativi italiani, anche il mondo dell’arte digitale. Credo sia un problema culturale. I miei colleghi liberi professionisti che ispirano più fiducia sono spesso maschi. Vengono ascoltati di più, durante i colloqui di lavoro ci si rivolge prima a loro e poi alle colleghe donne. Rimando alla lettura di «Donne Artiste in Italia» (NABA, Il Sole 24 Ore, 2018) per saperne di più.
Progetti futuri?
SL: Mentre lavoro ai 5 NFT menzionati precedentemente (come renderli “utilizzabili”? Magari in un videogioco), produco modelli texturizzati per un’artista inglese, Mallor (28). Lei dipinge quadri, scolpisce, realizza pezzi di arredamento e ha all’attivo una collezione di NFT.
LM: Non ho progetti in cantiere al momento, non nel campo NFT almeno. Rimango comunque interessata al mondo dell’animazione frame by frame, ma per il resto non so se proseguirò il percorso NFT. Continuo però a lavorare nel settore editoriale e dell’illustrazione (fumetti, libri).
Prof. Quaranta, considerazioni generali sul mondo degli NFT?
DQ: Alcuni mesi fa il mondo NFT sembrava una grande promessa, ma di recente, con il crollo delle criptovalute, la bolla speculativa NFT si è “sgonfiata”. Si tratta della fine, per questo tipo di mercato? No, per due motivi principali. La crisi degli NFT è strettamente correlata alla crisi delle cripto; che i valori di queste ultime continuino ad oscillare non è sorprendente. È già successo in passato molte volte. Abbiamo visto picchi molto alti nel corso del 2021, e ora, nel 2022, stiamo assistendo a una ricaduta: è normale. Il secondo motivo riguarda l’impatto sociale, economico e culturale degli NFT: questa tecnologia rappresenta un cambiamento profondo, strutturale, ben lontano dall’essere una fase. Ci sono tante aziende che oggi puntano tutto sui certificati digitali di autenticità. L’economia dei metaversi e il concetto stesso di web3 si fondano sugli NFT. Attenzione, però: come già ricordato nel primo e secondo episodio di questa serie di interviste, esiste sempre il pericolo di speculazione.
Quali consigli dà a chi vuole lanciarsi in questo mondo?
- Sapere a cosa si va incontro. Sì, il pericolo di speculazione esiste anche nel mondo reale, ma sul web non è così facile accorgersi degli schemi di truffa, specialmente quando non si conoscono bene le tecnologie impiegate dal sistema.
- Stare attenti, muoversi con cautela. Non credere ciecamente alle promesse, come quella della decentralizzazione, che funziona in astratto ma non sempre in concreto. Infatti, piattaforme come opensea vanno in parte ad intaccare la promessa dell’assenza di intermediari – il grande intermediario, da cui dipende tutto, è Opensea stesso.
- Studiare bene il mondo degli NFT, prima di “lanciarsi”. Formare un’opinione critica, con l’aiuto del contenuto disponibile online e offline. Esiste un’ampia bibliografia che indica esperimenti da approfondire. Il mio ultimo libro, scritto durante l’ondata speculativa del 2021, si chiama Surfing con Satoshi (Postmedia Books, 2021) e tratta proprio questi aspetti. Tanta comunicazione attorno agli NFT è puramente promozionale: si raccontano le basi, senza dire nulla sul reale funzionamento della tecnologia e della community che c’è dietro. Un buon mantra può essere: «fai la tua ricerca».
Per chi vuole sperimentare: da dove iniziare?
DQ: L’ideale sarebbe trovare un servizio di «minting» (coniare, ovvero registrare gli NFT sulla blockchain) a prezzo accessibile o farlo da soli direttamente, se si è capaci. Altrimenti c’è Objkt, che lavora con Tezos, criptovaluta con un valore basso di ETH. Lì i prezzi sono più calibrati. Lo ritengo uno degli «entry point» più accessibili per cercare di capire la situazione su diversi livelli, pratico, tecnico e sociale. Si può procedere per prove ed errori. Opensea tende ad essere la scelta di default, perché è il mercato più grosso, ma proprio perché è grosso i creator appena arrivati sono come una goccia nell’oceano. In tanti si ritraggono più confusi di prima, senza aver portato a casa niente.
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