Arte, il Premio «Paolo VI» a Pulses di Armida Gandini
Lacrime che si animano rendendo ancor più vivo il dolore sul volto di Maria. L’opera «Pulses» di Armida Gandini si aggiudica la seconda edizione del Premio Paolo VI.
Tra gli otto finalisti del premio di quest’anno - Stefano Crespi, Marta Cristini, Ettore Frani, Albano Morandi, Daniela Novello, Corrado Saija e Giorgio Presti - Armida Gandini è stata scelta dalla giuria composta dal Comitato Scientifico del museo (Paolo Sacchini, Luciano Caramel, Cecilia De Carli, Paolo Bolpagni e Sandro Barbagallo ai quali quest’anno si è aggiunto anche don Giuliano Zanchi, direttore del Museo Diocesano “Bernareggi”) «sia per la qualità formale e l’intensità emotiva dell’opera Pulses presentata nella mostra collettiva che chiude la prima fase del concorso - spiegano - sia per la poetica delicatezza e la vivacità linguistica con la quale l’artista intende affrontare, nel progetto presentato per la seconda fase del premio, un tema attuale eppure eterno, profondamente intriso di domande sull’uomo, sul suo destino, sul suo rapporto con l’altro, sul senso ultimo e più spirituale dell’esistere».
«La selezione è stata difficile perché tutti i finalisti hanno molto ben interpretato il senso del Premio, ma il progetto che Armida Gandini ha presentato per la Collezione ha fatto la differenza» ha dichiarato il direttore della Collezione, Paolo Sacchini.
Il Premio «rappresenta il tentativo di continuare, seppur con le forze a disposizione, l’apertura verso i linguaggi artistici contemporanei avviata da Paolo VI» ha spiegato il presidente dell’Associazione Arte & Spiritualità, Giovanni Maria Seccamani Mazzoli, nella serata di premiazione che si è tenuta lunedì alla Collezione Paolo VI di Concesio «con un occhio particolare ai giovani. Tutti sono vincitori, ma va fatta una scelta».
L’opera «Pulses» - esposta con i lavori degli altri otto finalisti nella mostra collettiva «Passaggi» visitabile fino al 16 giugno presso la Collezione Paolo VI di Concesio (Via G. Marconi, 15) - è un dettaglio del trittico de «I Sette Sacramenti» del pittore Fiammingo Rogier Van Der Weyden. L’artista bresciana ha ripreso il volto della Madonna segnato da otto lacrime, bucando la tavola nella loro corrispondenza e sostituendole con vibrazioni luminose sul retro della superficie riuscendo ad ottenere così una costellazione sul viso della Vergine intermittente e in sequenza.
La vincitrice del premio Paolo VI proporrà una personale presso la Collezione Paolo VI, nella primavera del 2019, che sarà incentrata sulla rielaborazione delle esperienze e dei racconti di bambini che hanno subito migrazioni forzate e l’esperienza del campo profughi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato