Cultura

Arte e bellezza: apre al pubblico la casa-museo Paolo Zani

A Cellatica l’imprenditore accolse in una villa la preziosissima raccolta di opere di epoca barocca
Una veduta della residenza di Paolo Zani, ora sede della collezione - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una veduta della residenza di Paolo Zani, ora sede della collezione - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un viaggio nella passione per l’arte e per la bellezza, attraverso 800 opere di pittura, scultura e raffinatissimo artigianato realizzate tra il ’500 e l’800, ma soprattutto in un contesto unico creato per accogliere la straordinaria collezione raccolta in oltre trent’anni di appassionata ricerca dall’imprenditore Paolo Zani.

A due anni dalla sua scomparsa, la casa museo apre ora i battenti, il 5 febbraio a Cellatica, per visite guidate esclusive. Gli spazi dell’edificio vennero infatti progettati per accogliere la collezione ma anche per essere vissuti quotidianamente come abitazione immersa nella bellezza, e così sono rimasti, per volontà del proprietario, che ha lasciato la villa e il tesoro che contiene alla fondazione intitolata appunto alla memoria di Paolo Zani (1945- 2018) e della figlia Carolina (1990- 2017).

 

«Villa Loredan a Paese», opera del vedutista Francesco Guardi - Foto © www.giornaledibrescia.it
«Villa Loredan a Paese», opera del vedutista Francesco Guardi - Foto © www.giornaledibrescia.it

 

Entrare in questa dimora sarà, per i visitatori, come varcare la soglia di un mondo incantato, dove ogni cosa, dalla distribuzione degli spazi alla scelta delle opere d’arte che arredano ogni singola sala, parla di un gusto particolarissimo, ispirato alla tradizione classica della villa immersa nella natura (edificata nel 1976, l’abitazione ha forme ispirate alla casa romana, con l’impluvium centrale su cui si affacciano le varie sale, e il portico aperto verso il giardino e le colline circostanti) ma anche alla «grandeur» dei collezionisti del passato (molti dei pezzi appartennero a raccolte illustri) e allo sfarzo che solo l’arte barocca del Sei e Settecento riuscì a trarre dalla lavorazione raffinatissima di materie prime preziose, affidata a maestri in grado di portare l’artigianato alle vette più elevare della qualità e della raffinatezza.

 

Piano intarsiato in marmo, Opificio delle pietre dure di Firenze (particolare) - 
Foto © www.giornaledibrescia.it
Piano intarsiato in marmo, Opificio delle pietre dure di Firenze (particolare) - Foto © www.giornaledibrescia.it

 

Non solo dipinti e sculture, quindi, ma anche e soprattutto mobili e suppellettili che arredarono i palazzi dei nobili romani, veneziani e parigini nei secoli passati, ai quali la passione di Paolo Zani ha consentito di continuare ad esercitare la funzione di oggetti - sia pure eccezionali - di uso (quasi) quotidiano. Accanto alle vedute di Guardi, Marieschi e Canaletto, alle scene mitologiche di Boucher, ai ritratti e ai bozzetti di Tiepolo, alle scene di vita veneziana di Longhi, ecco tavoli in commesso di pietre dure e mobili laccati sui quali la fantasia degli artisti ha immaginato scene, paesaggi, festoni di frutta e fiori che non hanno nulla da invidiare alle opere pittoriche. Tra i pezzi che si potranno ammirare, un tavolo settecentesco con piano intarsiato dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, una coppia di «commodes» ottocentesche capolavoro dell’ebanista Giuseppe Maggiolini con tarsie disegnate da Andrea Appiani, un monumentale presepe trapanese del ’700 in corallo, avorio, argento e pietre.

 

 

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