Andy Warhol creava opere d'arte giocando con l'Amiga 1000
«Digital Art» ante litteram, creata giocando con la tastiera e lo schermo di un Amiga 1000. Possibile, se l’artista è Andy Warhol, che nel 1985 fu ingaggiato dalla Commodore come testimonial di uno dei primi personal computer.
L’avventura, che oggi sa di archeologia informatica, è racconta al Musil di Rodengo Saiano, dove da ieri e fino al 30 ottobre sono esposte le opere «digitali» create dal genio e dalla mano del grande esponente della Pop Art statunitense, a cura di Stefano Guerrini e Galleria Deodato Arte.
Gli esperti di Commodore insegnarono a Warhol ad usare il modello Amiga, così che l’artista potesse mostrare al mondo quali meraviglie grafiche era possibile creare grazie al computer. Un paio d’anni dopo, nel 1987 Warhol morì improvvisamente e del floppy disc su cui erano custodite tali immagini non si seppe più nulla. Fino al 2008, quando un ex dipendente della Commodore, Dan Greenbaum, scovò nei suoi archivi la copia del floppy con cui istruì Warhol. Da lì il recupero delle immagini, e la mostra.
«Andy Warhol inedito» è aperta al Musil, in via del Commercio 18 a Rodengo (dietro l’Outlet) da venerdì a domenica dalle 14 alle 9, biglietti 2-4.
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