Cultura

«Amori alla finestra» e gli altri libri consigliati dalla redazione del GdB per giugno

La Redazione Web
Partiamo da Flavio Soriga, ma ci sono anche Claudia Durastanti, Ester Viola e due romanzi di narrativa straniera con nomi importanti: ecco cosa abbiamo letto e che vi consigliamo per questo mese
Letture - Foto Unsplash
Letture - Foto Unsplash
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Cinque romanzi, quattro dedicati in vario modo alla conoscenza di sé, degli altri, dell’amore. Sono i libri consigliati dalla redazione per giugno: li trovate qui sotto, con la foto di copertina e i dettagli, recensiti dalle giornaliste e dai giornalisti del Giornale di Brescia.

Se volete più scelte, trovate qui il numero della rubrica di maggio, e così via potete cliccare sui link che vi portano a ritroso.

Ci risentiamo a metà luglio.

«Amori alla finestra»

di Flavio Soriga

La copertina di Amori alla finestra
La copertina di Amori alla finestra

(Bompiani, 2024, pp. 176, 15 euro, ebook 9,99 euro)

Ci sono autori che aspettiamo alla finestra. A volte per anni, sospirando un ritorno in libreria. Flavio Soriga è uno di questi. Non prolifico quanto ci piacerebbe (il «ci» è un becero tentativo di ammantare di pluralità una arrogante pretesa che è anzitutto mia, lo confesso), al punto che qualche volta il pensiero di prendere carta e penna virtuali e chiedere conto dei prolungati silenzi viene anche al più paziente dei lettori. Tanto più felice appare questo momento in cui lo scrittore sardo è in libreria addirittura con due novità.

Per i più piccoli c’è «Signor Salsiccia», storia dell’incontro tra una bimba e un riccio a cui fa molto più che da sfondo lo stravolgimento climatico, che anche i giovanissimi lettori possono così cogliere attraverso la magia del narrare, nelle sue ricadute più concrete, fugando l’idea che sia un’invenzione degli adulti per far loro consumare meno acqua quando si lavano i dentini.

Per tutti gli altri c’è invece una raccolta di cinque racconti di cui il titolo anticipa il filo conduttore: «Amori alla finestra». Cinque storie attraverso cui Soriga ci interroga sui limiti dell’amore, ci tiene appesi a quel filo sottile che lega a noi l’altro ma che spesso finisce col tramutarsi nella materia del ragno che tesse attorno a noi la trama della disperazione. O all’opposto, di un senso imprevedibile e della speranza. L’autore ci guida attraverso manifestazioni di amore differenti, declinate nella periferia romana come nella luce del Mediterraneo. L’amore di un amico, di un genitore talvolta, oppure di amanti, o ancora di zie e nipoti, di donne abbandonate e figli rimasti soli a contemplare i vuoti lasciati da padri semisconosciuti. E amore è pure quello ricorrente per una terra (che non per caso sa di Sardegna). Micromondi, accomunati dalla potenza catartica e distruttrice, formidabile e dannata, lacerante e purissima del sentimento, sbocciato o perduto che sia. Quanto di più umano e semplice, che l’autore di Uta snocciola, non senza ironia, attraverso il racconto di gesti piccoli e semplici, quotidiani, e proprio per tali capaci di ricondurci ad uno specchio ideale, di mostrarci qualcosa di noi nei tratti di ogni personaggio. Che poi è il senso ultimo della letteratura.

Al solito, Soriga ci offre il suo stile, una parola scavata, essenziale, ritmata nel periodare quasi ipnotico che evoca melodie blues e nenie popolari e che riesce lirico e immediato in un tempo. Regalandoci frammenti di storie come scene che ci sia capitato di cogliere quasi per caso nella strada sotto casa, mentre eravamo affacciati alla finestra. La stessa alla quale abbiamo a lungo aspettato il ritorno di Soriga stesso. Ora possiamo dire che ne è valsa la pena.

(Gianluca Gallinari, vicecaporedattore)

«Missitalia»

di Claudia Durastanti

La copertina di Missitalia
La copertina di Missitalia

(La nave di Teseo, 2024, pp. 400, 20 euro, e-book 11,99 euro)

«Sono sempre più rare le opere frutto di invenzione, fantasia, speranza, illusioni e ambizioni. La narrativa contemporanea è vocata al sé, senza il coraggio di provare i panni altrui». Così scriveva Elena Loewenthal sulla Stampa del 12 aprile.

«Missitalia», il nuovo romanzo di Claudia Durastanti uscito poche settimane prima, è una risposta eloquente a questa giusta osservazione. Perché arriva dopo il meritato successo dell’autobiografico «La straniera» (finalista al Premio Strega 2019) e se ne distacca nettamente, essendo di fatto una coraggiosa trilogia, un romanzo in tre parti in cui ogni parte si svolge in un’epoca diversa e con una diversa protagonista: l’avventuriera Amalia Spada negli anni dell’Unità d’Italia; l’antropologa Ada nel secondo dopoguerra; e A, che vive nel futuro lavorando per un’inedita Agenzia spaziale mediterranea.

Durastanti dice che non è necessario trovare una connessione tra le parti del suo romanzo, ma non mancano rimandi più o meno evidenti ed echi suggestivi dall’una all’altra, e mentre si procede nella lettura viene addirittura il sospetto che Amalia, Ada e A siano la stessa donna. Di certo le tre protagoniste hanno in comune il fatto di provenire da un altrove (e in questo «Missitalia» si ricollega a «La straniera») ed esplorano il luogo in cui si trovano attraverso un percorso che le porta a un compimento personale. Di certo c’è un ambiente – la val d’Agri, in Basilicata, già centrale in «La Straniera» – che attraversa le tre storie giungendo addirittura a essere replicata sulla Luna; e anche un oggetto simbolico che le unisce: il petrolio.

Ma davvero conviene accostarsi a questo romanzo rinunciando a comprendere tutto, per lasciarsi piuttosto trascinare dal flusso affascinante del racconto che passa dal genere western al noir, fino alla fantascienza. Cogliere i temi che affiorano pagina dopo pagina – il sud e la sua rappresentazione, la natura, il matriarcato, l’amore, la fine… E, per quanto possibile, riconoscere le citazioni letterarie di cui il romanzo è ricchissimo. Insomma: godersi la prosa di una scrittrice che ha molto da dire.

(Francesca Sandrini, vicecaposervizio redazione Cronaca e provincia)

«Voltare pagina. Dieci libri per sopravvivere all’amore»

di Ester Viola

La copertina di Voltare pagina
La copertina di Voltare pagina

(Einaudi, 2023, pp. 130, euro 14)

C’è una convinzione che attraversa in sottofondo tutte le storie di «Voltare pagina». Non viene esplicitata ma permea le centotrenta pagine tenute insieme con ritmo e ironia, e ripete: ce la si può fare. Si può riuscire a guarire da una delusione d’amore, è possibile davvero districarsi da dinamiche tossiche, una storia andata male non è necessariamente la fine del mondo ma, anzi, a volte può consentirci di fare un salto di qualità in vista sì della prossima relazione ma soprattutto di una vita migliore per noi stessi.

Tuttavia Ester Viola non è una coach motivazionale, è un’avvocata divorzista e una fine osservatrice dei rapporti umani, che crede fortemente nel potere curativo delle parole. Per questo il suo alter ego letterario nell’ultimo libro pubblicato con Einaudi, nel 2023, consiglia un libro per ogni occasione ad amiche e clienti - personaggi fittizi, ma che potrebbero essere reali, potrebbero essere le nostre amiche o potremmo essere noi - quando li vede impelagati in qualche vicenda sentimentale. Così «Anna Karenina», Nick Hornby e «L’amica geniale» aiutano a dare qualche risposta alle domande di chi viene tradito, non è corrisposto o è troppo geloso per vedere le cose come stanno davvero. Sono spunti e non facili ricette a portata di mano, più che altro proposte per provare a spostare lo sguardo su angolazioni differenti, con la consapevolezza che non ci sono libri capaci di salvare la vita a qualcuno, ma «alcuni ci provano meglio di altri».

(Laura Fasani, redazione Web)

«La custode dei nuovi inizi»

di Mikki Brammer

La copertina di La custode dei nuovi inizi
La copertina di La custode dei nuovi inizi

(Sperling & Kupfer, traduzione di Ada Arduini, 2024, pp. 368, euro 19,90)

Rimpianti, consigli e confessioni. Appartengono sempre ad una di queste categorie le parole, pronunciate in punto di morte, da chi è consapevole che la fine della propria vita terrena è imminente. Lo sa bene Clover Brooks, che di mestiere fa la doula del fine vita, cioè aiuta le persone a congedarsi da questo mondo in serenità, e che ad ognuna delle tre categorie ha dedicato un quadernetto, sul quale annota fedelmente le confidenze affidatele in anni di lavoro da chi ormai non c’è più.

Diari ricchi di stimoli, moniti ed insegnamenti, di cui lei stessa dovrebbe fare tesoro per dare una svolta ad un’esistenza troppo solitaria e malinconica per la sua giovane età, irrimediabilmente condizionata dalla morte prematura dei genitori e da troppi sensi di colpa. Perché se ne renda conto però serve l’aiuto di Claudia, una novantenne che ha affrontato la vita con grinta e passione e che dalla vita sembra aver avuto (quasi) tutto. Per riconciliarla con un vecchio amore, aiutandola a chiudere il cerchio della sua esistenza, ora che la morte è vicina, Clover non esiterà a partire. Un viaggio che per Claudia rappresenterà un felice punto di arrivo, mentre per Clover l’inizio di una nuova vita.

(Clara Piantoni, redazione Teletutto)

«Le armi della luce»

di Ken Follett

La copertina di Le armi della luce
La copertina di Le armi della luce

(Mondadori, traduzione di Annamaria Raffo, 2023, pp. 712, euro 27, ebook 9,99 euro)

Soprusi, amore, passione, tradimenti, battaglie e progressi della tecnica: ci sono tutti gli elementi che Ken Follett ci ha fatto amare negli altri tre romanzi della saga di Kingsbridge in «Le armi della luce».

I fatti si svolgono tra il 1792 e il 1824, epoca di cambiamenti e guerre, della nascita dei grandi opifici che portano i tessitori a lavorare fuori casa e su nuovissime macchine (le giannette e poi le macchine a vapore) e i campi di battaglia delle guerre napoleoniche.

Al centro c’è sempre l’amata Kingsbridge che tanto è cambiata da quel XII secolo del primo romanzo, «I pilastri della terra». Follett porta il lettore, attraverso un’accuratissima ricostruzione storica, nella quotidianità difficilissima della coraggiosa e intelligente Sal e di suo figlio Kit, degli odiosi Joseph Hornbeam e Will Riddick, dell’onesto Amos Barrowfield e della caparbia Elsie Latimer fino all’amore tra Spade Shoveller e Arabella Latimer; famiglie collegate tutte travolte, ognuna a modo proprio, dal progresso, dalla spaccatura tra anglicani e metodisti, dalla lunghissima guerra con la Francia e dalla battaglia di Waterloo. Insomma, c’è tutto quello che si trova nei libri di Storia (le rivolte del pane, gli scioperi, l’arruolamento forzato, le leggi contro quelli che saranno i sindacati), ma in modo molto più vibrante e intrecciato alle storie di persone che potrebbero essere quelle dei nostri avi.

Un romanzo da leggere, forse meno forte dei precedenti tre dell’epopea, ma comunque godibile e avvincente. Da leggere.

(Elisa Rossi, redazione Cronaca e provincia)

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