Cultura

Ambra: «Io a Sanremo? Non ho una canzone...»

L’attrice, ieri alla Oz per il film «Un Natale stupefacente», smentisce le voci circolate
L'amore stupefacente di Ambra
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«Sanremo? Credo che ci sia stato un equivoco. Sentendosi orfani di Francesco hanno pensato di coinvolgere me...» scherza Ambra Angiolini, ieri sera in città alla multisala Oz per la proiezione di «Un Natale stupefacente», la commedia di Volfango De Biasi di cui è protagonista con Lillo e Greg.

Tra una foto con i fan (c’è addirittura chi la attende trepidante con una splendida orchidea) e un autografo, Ambra, accompagnata dai figli Jolanda e Leonardo, avuti dal compagno, il cantante bresciano Francesco Renga, e dai loro amichetti, smentisce le voci su una sua presunta partecipazione al Festival firmato Carlo Conti. «Non avevo una canzone pronta... E poi non sono certo un sex symbol come Francesco» ironizza ancora l’attrice, romana ma bresciana d’adozione. L’etichetta di «cinepanettone» per il suo film natalizio non la vede d’accordo.

«L’han deciso gli altri che si tratta di un cinepanettone. È una delle commedie che ho scelto di fare. È un tentativo di fare un film di Natale diverso da quelli fatti finora. È una pellicola per tutta la famiglia». Ambra, che sarà anche protagonista, con Raoul Bova, del nuovo film di Michele Placido «La scelta», in «Un Natale stupefacente» è la fatalona Genny che irrompe nella vita di Lillo e Greg, alias zio Remo e zio Oscar, costretti improvvisamente a prendersi cura del nipotino di otto anni i cui genitori sono stati erroneamente arrestati per coltivazione di droga. Il single rockettaro Oscar la chiama in soccorso mentre Remo, appena lasciato dalla moglie Marisa (Paola Minaccioni) è geloso del nuovo compagno di lei, il tatuatore Giustino (Paolo Calabresi).

Genny entra in questa storia buffa per caso. Con le sue forme sembra uscita da un film della Marvel...». E Lillo e Greg? «Sono così come li vedi. Durante le pause sul set li vedevi sempre pronti a macinare nuove idee».

Paola Gregorio

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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