Alla soprano Alessia Pintossi il Premio Togni: «Mi ispiro a Maria Callas»
«Sono onorata di ricevere questo premio che rappresenta un riconoscimento ai sacrifici fatti, agli studi continui e al perfezionamento. Un cantante lirico deve ogni giorno crescere tecnicamente e dal punto di vista della conoscenza musicale: il premio è un traguardo importante».
È orgogliosa Alessia Pintossi, soprano bresciano, vincitrice della sesta edizione del «Giulio e Giulio Bruno Togni», che le sarà consegnato mercoledì prossimo al Centro studi dell’Istituto Paolo VI di Concesio. Insieme al soprano sarà premiato anche l’artista Giovanni Rossi, vincitore del riconoscimento intitolato al Papa bresciano.
Con il pianista Nicola Morello, Alessia Pintossi eseguirà un programma tutto mozartiano, come racconta ella stessa: «Il concerto sarà suddiviso in due parti e si intitolerà "Mozart, tra sacro e profano". Si ascolterà l’Exultate Jubilate K165, seguito dalla Fantasia K 475 per pianoforte e da due delle più famose arie d’opera mozartiane: "Ecco il punto, o Vitellia... Non più di fiori", dalla Clemenza di Tito, e "Crudele, ah no mio bene... Non mi dir bell’idol mio", aria dal Don Giovanni».
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Proprio Mozart rappresenta un punto di riferimento per il soprano: «C’è una frase ricorrente tra noi musicisti: "Mozart è facile per i principianti, ma difficile per i professionisti". Ed è così: ho iniziato con Mozart e mi accorgo di quante sfumature ancora mi sfuggano. Solo con un’attenta lettura si riesce a sviscerarle, impreziosendo così l’espressività dell’esecuzione». Se Mozart è l’autore del cuore, il modello è ambizioso: «Mi ispiro molto alla figura di Maria Callas, non tanto per il repertorio ma per l’anima di questa grande donna. Dalle sue esecuzioni traspare tormento, pace, gioia, eleganza... riusciva a toccare nel profondo gli animi delle persone, come dovrebbe saper fare ogni artista».
Come per tanti altri musicisti, anche per Pintossi i due anni di pandemia sono stati duri. Racconta di aver vissuto un periodo molto buio: «Per i primi tre mesi non ho emesso una nota, la speranza era solo una lucciola nel buio di una foresta. Poi è arrivata la chiamata del direttore artistico del Teatro Alighieri di Ravenna: "Il maestro Muti ha chiesto di lei per la parte di Nedda in "Pagliacci" nell’Academy del prossimo agosto"».
Un bagliore improvviso e quella lucciola è esplosa ed è diventata una stella luminosissima: «Lavorare, permettetemi di dirlo, con il più grande Maestro dei giorni nostri è stato un sogno divenuto realtà. I prossimi impegni? A inizio estate sarò in tournée con orchestre del Bresciano. Ad agosto debutterò con uno spettacolo tutto mio, in prima assoluta, in uno splendido teatro della Toscana, con un ensemble di ballerini e musicisti. A ottobre terrò concerti in Argentina e a novembre sarò Donna Anna in «Don Giovanni» a Salerno».
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