Alla Forra anche l'asso del motocross Cairoli in Lamborghini
Nove volte campione del mondo di motocross. E una passione risaputa, sempre per i motori, ma con le ruote di una Ktm moltiplicate per due. Vale a dire per le Lamborghini, marchio al quale Tony Cairoli, superstar delle acrobazie motociclistiche, che svestiti tuta e casco coperti di fango, ama il lusso delle vetture della casa di Sant'Agata Bolognese.
E proprio con una di queste si è fatto immortalare nei giorni scorsi in uno degli angoli più suggestivi e spettacolari del Garda bresciano. La Strada della Forra di Tremosine - premiatissima anche su TripAdvisor - e il Benaco, sempre più pop e popolati di vip. Dopo il mini-movie della Ferrari di aprile e la recentissima presenza di Annalisa, testimonial di uno spot per la Hyundai i20, ecco comparire e divenire in fretta virale sui social anche lo shooting (firmato da Jacopo Calabrò) con Tony Cairoli su un suv Lamborghini Urus.
Del resto, il feeling con la casa bolognese ha portato lo stesso campione della Red Bull a collaborare con la scuderia di Lamborghini Corse. Per le vetture italiane un testimonial fuori dal comune (basti pensare che sulla sua vita è stato girato un film già nel 2014, seguito dalla biografia «Velocità fango gloria, la mia vita per il motocross», edita da Rizzoli.
A poche settimane dalla morte di Sean Connery poi, difficile non ricordare che anche il personaggio al quale è legato il suo nome, James Bond: in Quantum of Solace, quando a dar volto allo 007 più famoso del mondo era già Daniel Craig, l'inizio è girato proprio tra Gardesana e Strada della Forra. Anche allora c'era un bolide a dominare nelle inquadrature, manco a dirlo la Aston Martin Dbs. Allora ci fu anche un fuori programma, con uno degli esemplari di scena finito a lago.
Una cosa è certa: il legame tra Strada della Forra e motori suscita emozioni. E non va meno bene sul fronte ciclistico: il ct della nazionale ciclismo, Davide Cassani, ha da poco licenziato il volume «Il ciclista curioso», scritto a quattro mani con il giornalista Giacomo Pellizzari, include la salita gardesana tra le più belle d'Italia. Non c'è da stupirsi, d'altro canto: un certo Winston Churchill la definì addirittura l'ottava meraviglia del mondo.
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