Alberto Bonera «metastrutture» d’armonia musicale

Tono, timbro, composizione. Per Alberto Bonera, che frequenta indifferentemente il mondo della musica e quello della pittura, l’uso dei tre termini è familiare in entrambi i campi. E sui tre termini, intesi come elementi costitutivi del linguaggio artistico, fonda la sua più recente produzione pittorica, in mostra nella sede cittadina dell’Associazione Artisti Bresciani dopo essere stata presentata parzialmente la scorsa primavera a Castenedolo.
Dopo una stagione figurativa, Bonera affronta ora l’astrazione, rinunciando a sperimentazioni ardite, ed affidandosi piuttosto all’ormai storicizzata «classicità» neocubista e informale dei nostri anni Cinquanta, come base consolidata su cui innestare la propria ricerca. Che si muove tra reminescenze figurative, nell’evocazione di nature morte ed elementi biomorfi attorno a cui si strutturano le composizioni, e l’uso di una pennellata larga e gestuale per definire salde coordinate spaziali. Il tutto secondo accordi cromatici tonali, con una predilezione per la luminosità dei grigi-azzurri e l’intensità dei marroni e del nero, accesi da improvvisi tocchi timbrici di rosso e arancione.
Compositore musicale lirico e fantastico, e improvvisatore alla tastiera, Bonera pare ricercare nell’espressione pittorica astratta la medesima dimensione di libertà soggetta però a precise regole di scrittura e di comunicazione. Le stesse regole che sorreggono l’armonia del mondo, e che l’arte può interpretare ed evocare. E non è un caso che abbia affidato la presentazione in catalogo a Paolo Bolpagni, storico dell’arte appassionato conoscitore di musica.
gio.ca.
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