Al Teatro Sociale debutta «Il malato immaginario» di Molière
Sindrome di Munchausen: un disturbo fittizio che consiste nel simulare sintomi intensi e persuasivi, con fare teatrale, guidati dal desiderio conscio o inconscio di interpretare il ruolo di persona malata. Un «malato immaginario», quindi, è proprio questo. Ed è questa la malattia che Molière racconta nella sua pièce più nota, «Il malato immaginario», attraverso le vicende dell’ipocondriaco Argante. L’ultima messa in scena in termini di tempo debutterà martedì 14 gennaio al Teatro Sociale in via Felice Cavallotti: targata Centro teatrale bresciano, è la prima produzione del 2025 e allo stesso tempo la prima del triennio ministeriale che il teatro di Brescia si appresta a iniziare.
Gli attori in scena
Già quasi sold out per tutte le date (sarà sul palco dal 14 al 19 gennaio), a interpretare il protagonista è Tindaro Granata, già candidato al premio Ubu, che torna a collaborare con il regista Andrea Chiodi. «Sono molto felice ed emozionato di fare parte di un progetto così importante», spiega Granata. «Con Chiodi abbiamo una sintonia così forte che ci capiamo senza parlare. Stavolta mi ha affidato un ruolo complesso e pieno di grande umanità: voleva fare uscire dal testo un atto politico e un percorso umano, non una prova attoriale, e questo è stato. Tutti i personaggi portano un tema: la malattia mentale, la rivoluzione contro il patriarcato…».
A confermarlo è anche la coprotagonista, Lucia Lavia, che interpreta Tonina: «Il nostro malato si muove su due binari: c’è la pièce, ma c’è anche una sorta di spettacolo pirandelliano all’interno. E per certi tratti c’è anche del cabaret».
Il ruolo di Molière a corte
Come racconta il regista, infatti, «il cabaret nel ‘Malato’ arriva dai balletti che al Re Sole piacevano molto e che, essendo autore di corte, Molière doveva per forza inserire nei suoi lavori. L’ouverture comica e i balletti di solito vengono tagliati, ma noi abbiamo deciso di tenerli raccontandoli, in una forma più adatta a oggi, ovvero il cabaret berlinese, la grande stagione d’oro del varietà».
Il senso della messa in scena sta anche in questo ruolo di Molière a corte. «Con Angela Dematté, che ha curato adattamento e traduzione, volevamo raccontare come Molière si rifugiasse nella malattia per sfuggire alla realtà attorno a lui. Ci sono delle lettere amare e magnifiche che scrisse al Re Sole: una volta messo da parte, gli chiese cosa dovesse fare con le sue opere, essendo l’autore di corte ufficiale. Non ebbe mai risposta e ci morì, mettendo in scena proprio quest’opera.
La produzione
Questa è l’ottava produzione di Chiodi per il Ctb (stavolta assistito alla regia da Elisa Grilli). Il cast, oltre a Granata e Lavia, si completa con Angelo Di Genio nel ruolo di Berarlo, Emanuele Arrigazzi in quelli del dottor Diarroico, del dottor Purgone e del dottor FIore, Alessia Spinelli che interpreta Belina, Nicola Ciaffoni (Cleante), Emilia Tiburzi (Angelica) e Ottavia Sanfilippo (Thomas Diarroico). La scenografia è curata da Guido Buganza, i costumi sono di Ilaria Ariemme, le musiche di Daniele D’Angelo e le luci di Cesare Agoni. I movimenti in scena sono stati guidati dalla danzatrice Marta Ciappina.
Lo spettacolo inizierà a circuitare immediatamente, andando poi in scena nel mese di gennaio a Lugano, La Spezia, Schio, Scandiano, Bagnacavallo e Cattolica. Giovedì 16 gennaio alle 17 al Teatro Sociale si terrà un incontro dedicato al «Malato immaginario» inserito nel ciclo «I pomeriggi al Ctb»: Chiodi, Granata e Lavia dialogheranno con il critico teatrale Maurizio Porro sul tema «Paura di morire, paura di vivere» (incontro gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili).
Gli ultimi biglietti per le repliche dal 14 al 19 gennaio (da 15 a 29 euro a seconda del settore) sono disponibili sul sito del teatro.
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