Cultura

Al lago in treno. Boom di turisti e di risparmio per l'ambiente

L'azienda evidenzia oltre 470mila passeggeri nel trimestre giugno-agosto. 120mila quelli diretti sul Garda, 30mila per il Sebino.
AA

Da giugno a settembre sono state più di 700mila le persone che hanno scelto il treno per raggiungere le celebri località turistiche lacustri della Lombardia, +26% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 2.200 le tonnellate di CO2 risparmiate.

La società che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia rende noti i numeri dei biglietti singoli, andata  e ritorno oppure dei pacchetti “Free Time” (gli abbonamenti sono esclusi dal conteggio) venduti per raggiungere una delle 16 destinazioni servite da Trenord sui laghi di Como, d’Iseo, Garda e Maggiore.

E’ il Lago di Como la meta più gettonata, con più di 470mila turisti trasportati nel trimestre. Segue il Lago di Garda con 120mila, il Lago Maggiore con 83mila e Lago d’Iseo con 30mila.
 
Luglio il mese con il maggior numero di spostamenti: 250mila (+36% sul 2014), contro i 228mila di agosto (+18%) e i 226mila di giugno (+23%).
 
«Sono dati molto positivi che ci fanno molto piacere – ha dichiarato Cinzia Farisè, amministratore delegato di Trenord – poiché ci dicono che la nostra ferrovia può svolgere un ruolo da protagonista in un settore, quello turistico, nel quale vogliamo progressivamente conquistare nuove e maggiori fette di mercato».
 
Secondo l’amministratore delegato «ci sono ampi spazi perché questi numeri crescano ancora. Ciò è importante non solo perché possiamo dare un contributo all’ambiente, all’economia dei territori e al decongestionamento del traffico di molte arterie lombarde; ma anche perché dai servizi turistici possono derivare importanti revenues da destinare al servizio pendolare, che è e rimane, nessuna distrazione, il nostro core business».
 
I dati positivi dell’offerta turistica di Trenord seguono di pochi giorni quelli relativi ad Expo, con 4 milioni di passeggeri trasportati nei primi 4 mesi dell’Esposizione Universale.
 
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia