Cultura

Addio al soprano Satoko Shikama: «Una voce speciale»

Giapponese, era a Brescia dal 2001: «Da solista o in coro una vita per la musica»
Satoko Shikama - © www.giornaledibrescia.it
Satoko Shikama - © www.giornaledibrescia.it
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«Perdiamo una magnifica musicista, ma soprattutto una splendida persona, di grande umanità». Così il maestro Francesco Andreoli ricorda Satoko Shikama, soprano giapponese ma da molti anni residente a Brescia, scomparsa ieri dopo una lunga malattia.

Formatasi musicalmente in Giappone, prima come pianista e poi come cantante lirica, dopo la vittoria di una borsa di studio si trasferì in Italia nel 2001, diplomandosi al Conservatorio di Brescia due anni più tardi. Vincitrice di numerosi concorsi e interprete di vari ruoli operistici, si era dedicata anche al repertorio da camera e aveva collaborato - come solista e come corista - a produzioni sinfoniche con maestri come Riccardo Muti, Seiji Ozawa, Daniel Harding, Simon Rattle, Wolfgang Sawallisch e orchestre come la Tokyo Philarmonic e l’orchestra d’archi «Giuseppe Tartini».

Lunga e particolarmente fruttuosa la sua collaborazione con il Brixia Camera Chorus guidato da Francesco Andreoli, di cui era anche insegnante di canto molto apprezzata. «La sua vocalità era speciale, la sua professionalità impeccabile, il suo amore per la musica assoluto» sottolinea il maestro. «Nella pratica corale, si metteva al servizio degli altri. Anche se ai cori accade di trovarsi in situazioni complicate - come concerti con poche prove e poco tempo - Satoko trasmetteva sempre tranquillità e non si lasciava mai sfuggire una lamentela».

L’ultimo concerto è stato in aprile. «Il suo fisico era visibilmente provato dalla malattia, che per sua scelta era nota solo a pochissimi. Eppure, ha cantato benissimo, come se fosse in perfetta salute: nella musica evidentemente ritrovava il suo ambiente naturale». Non sono previsti funerali o cerimonie pubbliche. Amici e conoscenti potranno dare l’ultimo saluto a Satoko Shikama presso la sua abitazione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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