Addio a Omar Sharif, indimenticato dottor Zivago
Ha vissuto almeno tre vite (da star, da giocatore di bridge, da seduttore e artista della vita), ma la sua faccia sembrava ormai scolpita nel tempo, fissata in quell'eterno e ironico sorriso che lo ha reso celebre, in una carriera costellata da oltre cento film sotto il segno dell'irregolarità, tra passioni, debiti, curiosità e voglia di una vita che ha sempre sbranato con lucida voracità.
Addio a Omar Sharif: un attacco di cuore lo ha stroncato a 83 anni, in un ospedale del Cairo, dopo l'ultima battaglia contro l'Alzheimer.
Vero nome Michel Dimitri Shalhoub, figlio di genitori libanesi, nasce ad Alessandria d'Egitto. Diplomato all'inglese
Victoria College, laureato in matematica e fisica al Cairo, scopre il cinema quasi per caso nel 1953.
Con il suo primo film in inglese, Lawrence d’Arabia (1962) ebbe la sua prima nomination agli Oscar come migliore
attore non protagonista. Ma è con il Dottor Zivago (vinse il Golden Globe) che entrò nell’Olimpo degli attori più
affascinanti e desiderabili dall’opinione pubblica femminile. Il suo successo è planetario. Indimenticabili le sue
interpretazioni in Funny Girl al fianco di Barbra Streisand e C’era una volta con Sophia Loren. La lista delle suoi lavori è lunghissima, dalla Caduta dell’impero romano a Le meravigliose avventure di Marco Polo, a Mayerling, al Che!.
Dopo una breve relazione con la Streisand, nel 1955 sposò la star egiziana Faten Hamama e, per farlo, si dovette convertire dal cristianesimo all’Islam cambiando il nome in Omar El-Sharif. I due poi divorziarono nel 1974.
Nel 2005 è stato oggetto di una fatwa per la sua interpretazione di San Pietro in una fiction italiana. Da allora aveva deciso di tornare a vivere in Egitto dal suo unico figlio Tarek, che qualche tempo fa aveva rivelato che il padre
soffriva di Alzheimer. Il suo agente ha riferito che la morte di Sharif è dovuta a un attacco di cuore.
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