A Sirmione «la voce delle mani», la mostra dedicata al centenario di Maria Callas
Un vociare di mani. Quelle di Cristina de Middel, che sono al servizio dell’interpretazione lirica sul palcoscenico, e quelle di Richard Kalvar, che racconta l’espressività popolare per le strade e le piazze d’Italia. Dal 23 luglio al 6 novembre i due fotografi dell’agenzia Magnum Photos sono protagonisti della mostra allestita a Palazzo Callas Exhibitions di Sirmione «La Divina Emozione Atto Secondo. La voce delle mani. Maria Callas and the Italians».
Il progetto
Un’esposizione che l’Amministrazione comunale della Perla del Garda promuove quest’anno nell’ambito del progetto «Sirmione Callas 21-23», volto a celebrare i cent’anni della nascita della Divina, che nella penisola visse alcuni dei suoi momenti più felici. L’ingresso alla mostra è gratuito, fino al 30 settembre da martedì a domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19, venerdì e sabato fino alle 22. Dal primo ottobre al 6 novembre dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.
È così che le mani immortalate dai due fotografi Magnum nei loro scatti rimandano idealmente a quelle del soprano, che ha portato in scena anche la sua gestualità, regalando interpretazioni indimenticabili. Allo stesso tempo, però, sono anche le mani degli italiani in generale, che aggiungono ricchezza e profondità di significato a ogni conversazione e la rendono comprensibile anche a chi non conosce la nostra lingua.
L'esposizione
Gli scatti dei due fotografi sono disposi secondo un allestimento inedito, ideato dall’architetto Mariangela Gavioli, direttore artistico della mostra, in collaborazione con Andréa Holzherr, global exhibition manager di Magnum Photos. «La qualità delle immagini e l’autorevolezza degli autori ha suggerito un allestimento completamente al servizio delle fotografie - chiarisce l’architetto Gavioli -. La fascinazione di Cristina de Middel sollecita la vista, l’udito e l’immaginazione del visitatore, mentre le dimensioni e le posizioni delle fotografie di Richard Kalvar lo inducono a replicare i gesti dei soggetti ritratti».
Al primo piano di Palazzo Callas sono esposte le fotografie di Cristina de Middel, classe 1975, artista e documentarista spagnola. Si tratta di un progetto creato appositamente per questa mostra, con pose che evocano quelle della Callas sul palco: gesti percepiti come un delicato rituale in cui le sue mani, al ritmo della musica, si esprimono con la stessa forza della sua voce. Con una forza espressiva straordinaria.
Il secondo piano del palazzo comunale di piazza Carducci, invece, ospita gli scatti di Richard Kalvar, statunitense, classe 1944, colonna portante di Magnum dal 1975. È una serie realizzata dall’agosto del 1978 a Roma, quando il fotografo ha visitato per la prima volta l’Italia in occasione dei funerali di Papa Paolo VI e l’elezione del suo successore. «Ho capito di essere nella terra della perpetua interazione umana - ha scritto Richard Kalvar, che è stato a Sirmione nel 2017 e che tornerà in autunno -, espressa non solo con la voce ma con la bocca, le guance, gli occhi, le sopracciglia, la fronte, le mani (le mani!), insomma tutto il corpo. Cosa può desiderare di più un fotografo?».
La diva «sofferente»
«In questa mostra Maria Callas diventa il punto di partenza di un viaggio curioso ed intrigante nella sfera della comunicazione interpersonale - commenta il sindaco di Sirmione Luisa Lavelli - e nella rete di connessioni che anche il linguaggio non verbale genera tra le persone. Il risultato è straordinario, pari allo stupore che queste immagini generano in chi le scorre una dopo l’altra».
«La storia di Maria Callas è la conferma di una certa visione archetipica delle donne che, si dice, credono nel vero amore e che sacrificano la propria carriera per il bene di esso - aggiunge Andréa Holzherr, global exhibition manager di Magnum Photos -. Si è lasciata morire quando la vita, dicono, non valeva più la pena di essere vissuta. Il pubblico più vasto la ricorda perché è più facile riconoscersi nella sua sofferenza che riconoscere il suo eccezionale talento. Questo era ancor più il caso ai tempi di Maria Callas, e soprattutto per quanto riguarda il talento di una donna». «Ed è stato Luchino Visconti - prosegue Holzherr - a plasmarla come attrice. Le ha fatto scoprire, per sua stessa ammissione, come recitare sul palco».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato