Cultura

Serata blues a Festa Radio: con Treves la «musica del diavolo» sale sul palco

Bellissima serata con atmosfera intima, come un ritrovo tra amici, quella con la Treves Blues Band
  • La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
    La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
  • La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
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    La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
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  • La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
    La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
  • La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
    La Treves Blues Band sul palco di Festa Radio Onda d'Urto
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Meravigliosa serata blues alla Festa di Radio Onda d'Urto, ieri sera. Come un ritrovo tra amici, parecchio affollato in verità (oltre 1000 spettatori), ma comunque intimo, con gente che si guardava attorno in cerca del cenno complice del vicino, perché in fondo il blues è, nel suo piccolo, una religione musicale, con i propri riti e i propri sacerdoti.

Tra questi ultimi, c’è l’armonicista Fabio Treves (il Puma di Lambrate) con la Treves Blues Band (Kid Gariazzo a chitarra e voce, Gab Dellepiane al basso, Massimo Serra alla batteria), che nel genere non ha probabilmente eguali in Italia. Dal palco, salutava così il pubblico, orgoglioso di diffondere il verbo della celestiale «musica del diavolo» da quasi mezzo secolo (lo festeggerà nel 2024): «Qui c’è una platea di appassionati, anche giovani, per una musica che non è di moda, ma… possiamo rivendicarlo: il blues non sarà mai la musica preferita dei pirla, dei bulli, di quelli che usano violenza contro le donne!».

In apertura c’erano stati l’ottimo bresciano Cek Franceschetti & the Stompers e i virtuosi americani Neal Black & the Healers (molto crossover, con una dispersiva seppur impeccabile miscellanea tra rockabilly, texas blues, fusion e sussulti jazz). Ma sono Treves e i suoi a sublimare il genere e scatenare gli applausi: tra classici come «Minglewood Blues» e «I’m On Trouble Again», la portentosa fluidità di «I’m in I’m Out and I’m Gone» di Ben Harper e Charlie Musselwhite, «Amen», «Lodi» di John Fogerty e «Wrecking Ball», ci stanno pure portentose cavalcate strumentali («Stone Fox Chase») che integrano Santana, Muddy Waters, Rolling Stones e tanto altro, rinnovando un rituale di antica e nuova bellezza. 

Finalone all’insegna di «The Blues Is Alright», con Cek Francheschetti e Neal Black richiamati sul palco a rafforzare il reparto chitarristico. Blues forever, col sigillo del Puma! 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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