Sanremo, Blanco e la strage di rose: così assurda da sembrare artefatta
Talmente assurdo da sembrare finto, o studiato. Per far parlare di sé. Per non cadere troppo rapidamente nel cliché della popstar «tra le righe», che in estate si esibirà ai livelli massimi in Italia - il 4 luglio all’Olimpico di Roma e il 20 a San Siro -, e che ha un album in uscita. Oppure un gesto d’avanguardia estrema. Di libertà assoluta – e distruttiva – nel più tradizionale e liturgico dei contesti, ossia il Festival di Sanremo. Ancor più fuori luogo, nella sera in cui si celebrano anche i settantacinque anni dell’entrata in vigore della Costituzione italiana, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ospite all’Ariston.
Furia a mezzanotte
Il bresciano Blanco che prende a calci i fiori di Sanremo a mezzanotte, distrugge il palco e smette di cantare «L'isola delle rose», il nuovo singolo, perché non sente la voce in cuffia è ciò che – almeno lato musicale – rischia di restare della prima serata del settantatreesimo Festival. Paradossalmente, ancor più dell’omaggio di Benigni alla Carta costituzionale. Fatto sta che si stenta comunque a crederci. E anche all’uscita dall’Ariston alcuni spettatori si chiedevano se la cosa non fosse in qualche modo preparata. Sta di fatto che la regia non ha staccato, nessuno è intervenuto, e si è lasciato che Blanco facesse a pezzi proprio il simbolo del Festival e di tutta la città rivierasca. Ricreando sul palco un «giardino delle rose», sì, ma dopo il passaggio di un tifone.
Istinto o narrazione
La pagina ufficiale Instagram @sanremorai ha poi pubblicato un post subito molto commentato, col video di Blanco in fase «Disintegration», e con la scritta: «E comunque noi ancora fermi qui». Il Festival è narrazione (la tv, e un po’ tutto è narrazione), e lo stesso direttore Stefano Coletta (in relazione all’intervento di Zelensky) ha già affermato che tutto ciò che viene messo in onda va controllato.
Oppure. Oppure al giovanissimo cantante bresciano le cose sono veramente sfuggite di mano, come la sua espressione e le sue parole un po’ confuse dopo la performance lasciano pensare. E allora resta solo il gesto irrispettoso, piuttosto assurdo, e che peraltro cancella l’incredibile successo, sullo stesso palco, di solo un anno fa. A memoria recente, viene in mente solo il Sanremo 2001, quando Brian Molko dei Placebo, ospiti, prese a colpi di chitarra il proprio amplificatore dopo aver suonato «Special K». Furono fischi, come fischi sono stati per Blanco.
I brescia in gara
In tutto questo, la prova dei bresciani in gara è stata positiva. Mr. Rain si è fermato alla nona posizione della classifica parziale dei primi 14 artisti in gara, decisa dai voti della stampa. I Coma_Cose del salodiano Fausto «Lama» Zanardelli sono invece entrati in Top 5, e anzi, sono andati a podio, attestandosi al terzo posto. Chissà se il Blanco-gate si chiude qui o ci saranno nuove puntate.
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