Romana Petri a Librixia: «Il mio Saint-Exupéry, un "piccolo principe" dalla vita avventurosa»
Il romanzo di una vita straordinaria - non quella del «Piccolo principe», già ben conosciuta, ma quella del suo creatore Antoine de Saint-Exupéry - è arrivato quest’anno nella cinquina del Premio Strega. L’impresa letteraria è riuscita alla scrittrice e critica Romana Petri, che ne ha scritto prima di tutto per riprendere in mano la sua infanzia, che le scappava tra le dita già mentre la viveva, figlia di un padre ingombrante (il cantante lirico Mario Petri, di cui già scrisse ne «Le serenate del ciclone»).
Il romanzo in questione si intitola «Rubare la notte» (Mondadori) ed è stato presentato ieri all’Auditorium San Barnaba per Librixia.
Nell’auditorium cittadino si è parlato dei suoi grandi amori (l’aviazione, ma anche la scrittrice Louise Lévèque de Vilmorin); dell’ossessivo rapporto con la madre e delle lettere a lei indirizzate; delle infedeltà, dei viaggi, dei voli, dell’inevitabilità della violenza e della guerra. Tutto questo e molto altro è finito proprio nella biografia romanzata di un personaggio conosciutissimo oggi per la sua opera, ma la cui vita vale da sola un libro. «A un certo punto era il Paul Newman del mondo letterario», dice Petri.
Intervistata dalla giornalista del GdB Laura Fasani, Petri ha raccontato del suo processo creativo e di come sia arrivata a scrivere di Saint-Exupéry. «Prima di tutto scrivo per passione. Ma soprattutto ci sono dei tempi. Questo personaggio mi ha chiesto di essere scritto in quel momento. Mi ha sempre affascinato, ma ho riletto le sue opere solo in lockdown. Dimenticandomele immediatamente. Che poi è come scrivo: butto giù le parole in trance e il mattino dopo devo riprendere in mano tutto. Ho capito che era arrivato il momento di scriverne»
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