Cultura

Piero Angela a Brescia: «Scienza fondamentale, continuate così»

Nel 2015 il divulgatore e giornalista riceveva in Loggia la Vittoria Alata, il riconoscimento simbolo della città
Piero Angela riceve la Vittoria Alata da Emilio Del Bono nel 2015 - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Piero Angela riceve la Vittoria Alata da Emilio Del Bono nel 2015 - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
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Era il 15 ottobre 2015 quando Piero Angela ricevette in Loggia, dalle mani del sindaco Emilio Del Bono, la Vittoria Alata, il riconoscimento-simbolo della città. L’occasione era rappresentata dalla partecipazione del giornalista e divulgatore scientifico - scomparso ieri all'età di 93 anni - l’indomani, all’«Adriano Olivetti Day», al Teatro Grande, con la regia di Superpartes Innovation Campus e Talent Garden.

Angela anticipò di un giorno la sua venuta, per dimostrare quanto gradisse l’omaggio e per ammirare una città che non conosceva molto. La visita cominciò dall’area del Capitolium: tant’è che Alberto, il suo erede in tutti i sensi, nel 2017 avrebbe dedicato ai tesori archeologici della Leonessa uno speciale di «Superquark». «Sono orgogliosissimo di essere riuscito a portare a Brescia un grande uomo di cultura» disse Gianfausto Ferrari, presidente di Superpartes. «È un onore per me ospitare Angela» aggiunse Del Bono.

Nella sala dei Giudici, il giornalista non mancò di ribadire l’importanza della scienza: «È fondamentale farlo, visto che nel nostro Paese su questo versante ci sono ancora gravi carenze». Il giorno dopo peraltro, nel Massimo cittadino, rincuorò e si rincuorò. In un appuntamento che rinnovava l’alleanza tra imprenditoria e innovazione, sottolineò: «Se l’Italia fosse quella che abbiamo visto su questo palco, saremmo davvero sulla strada giusta. Continuate così». E che non fossero frasi di circostanza Piero Angela lo dimostrò continuando a coltivare rapporti con Brescia.

Il 14 dicembre 2016, ad esempio, intervenne - sempre in Loggia, nel salone Vanvitelliano - alla consegna dei diplomi della Digital Universitas di Superpartes, guardando, lui che già l’anno prima si era definito «vecchissimo», al futuro: «Andiamo verso sistemi che puntano sempre più sull’uso intelligente delle macchine e taglieranno posti di lavoro. Per questo è importante essere sempre pronti a salire su un treno diverso e ricordarsi che il cambiamento dell’ambiente trasforma forme di vita che sembravano marginali in vincenti e viceversa».

Nel luglio 2021, invece, il Giornale di Brescia intercettò il suo nome tra gli investitori in Vedrai, società fondata dal 26enne bresciano Michele Grazioli, specializzata nello sviluppo di soluzioni basate sull’Intelliganza Artificiale a supporto del processo decisionale delle piccole e medie imprese.

A livello di riconoscimenti, non può non essere ricordata anche l’attribuzione a Piero Angela del Premio del Vittoriale: era il 2017, ottava edizione. Nella cerimonia guidata da Giordano Bruno Guerri il giornalista non rinunciò, ancora una volta, alle critiche ad «un Paese che non punisce chi sbaglia e non premia chi se lo merita, un Paese fermo, in cui manca una cultura dell’intelligenza, ostaggio della burocrazia e di una politica allo sbando».

Concetti in linea con l’intervento, nel lontano febbraio 2012, nella ex chiesa dei Disciplini a Castenedolo, a partire dal suo libro «A che serve la politica?». Si presentava, quella sera, anche «Licenziare i padreterni» di Gian Antonio Stella (e Sergio Rizzo). C’erano Roberto Maroni e Marco Follini. Ma, annotò il cronista, «il più applaudito e cercato» era lui, Piero Angela.

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