Mr. Rain: «Quattro ore di sonno e un sorriso a 646 denti»
Una gioia indescrivibile. E numeri che mi stanno sorprendendo (il mio reel è il più visto sul canale Instagram ufficiale del Festival, ma il pezzo va molto bene pure su Spotify). Sono passato dall’emozione alla concentrazione, fino alla gioia pura dopo l’esibizione. Queste sono le sensazioni che mi hanno attraversato nella notte della mia prima esibizione sul parco dell’Ariston e nelle caotiche ore successive.
Andiamo però con ordine. Per prima cosa: grazie mille a tutti. Soprattutto a chi, adesso, sta ascoltando e condividendo «Supereroi». Ma anche a chi ne sta scrivendo, o sta dedicando dei post al brano. Poi, sì, ammetto che ero teso. Prima di cantare, martedì, ero molto emozionato. Poi, però, tutto è passato di colpo. Mi è bastato fare il primo passo su quella scalinata e, come per magia, ansia e tensione sono svanite. È stato un momento molto particolare, difficile da descrivere. Di colpo, infatti, mi è tornato in mente il motivo per cui faccio tutto questo. Mi sono sentito felice, a fuoco, pronto, nel posto giusto. Ecco, è stato come se fossi tornato a casa. E, in effetti, tornare a casa - quella in cui alloggio in questi giorni in cui partecipo al settantatreesimo Festival di Sanremo - è quello che ho fatto dopo aver proposto «Supereroi» alla platea dell’Ariston e al pubblico a casa.
Una volta rientrato alla base, ho festeggiato con tutto il mio team. Ma ho comunque deciso di rimanere connesso con la serata, la prima serata del mio primo Festival. Ero infatti molto interessato a tutto. Alle canzoni e alle performance dei miei colleghi in gara, allo spettacolo, agli ospiti, agli interventi. Lo show, come è noto, è finito a tarda notte. Quindi le mie ore di riposo sono state risicatissime. Soltanto quattro... Nel mio racconto, è quindi il momento di arrivare al «day after».
Una giornata in cui non ho avuto impegni all’Ariston. Ed è stata una giornata magnifica. Mi sono svegliato con un sorriso a seicentoquarantasei denti. Non mi aspettavo questa risposta, non mi aspettavo un’accoglienza così e sono ancora sotto shock. Come dicevo, mi sono messo a leggere articoli, tweet, commenti circa la mia canzone e la mia esibizione. E mi sono sentito come se stessi vivendo in un sogno. Tutto è davvero bellissimo. C’è chi mi chiede se, rotto il ghiaccio con la prima esibizione, io viva tutto il resto con meno pressione.
Se, adesso, io veda la missione al Festival più in discesa. Francamente, non so. Sono convinto che ogni giornata sarà diversa. Di una cosa sono certo: un po’ di tensione ci sarà sempre. Ma ci sarà sempre pure la magia, una magia destinata a essere sempre diversa, di giornata in giornata, adesso che si entra veramente nel vivo. L’obiettivo è quello di vivere tutto quello che mi accade con serenità, godendomi ogni singolo istante di questa settimana diversa da tutte le altre.
Comunque, il mio giorno «off» (che «off» non è in realtà stato, dato che sono stato impegnato in una miriade di interviste) è stato dedicato alla gente. Ho tantissima voglia di conoscere le persone che apprezzano «Supereroi», di ascoltare ciò che pensano, di raccogliere i loro pareri.
A proposito di pareri, ecco il mio circa l’esibizione di Blanco. La cosa brutta e triste sono stati i messaggi e i commenti cattivissimi della gente che si è accanita su di lui. Ho letto cose come «devi morire». È orribile, ci sono rimasto male. Se fosse capitato a me probabilmente mi sarei seduto e avrei fermato tutto.
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato