Moretto, Romanino, Lotto e Ceruti: i fuoriclasse per il derby della cultura
Ceruti centravanti, Lotto all’attacco, Moretto difensore Romanino in porta: i «campioni della pittura» dal Cinque al Settecento d’area bresciana e bergamasca sono pronti a scendere in campo, e il perimetro di gioco sarà la mostra «Lotto, Romanino, Moretto e Savoldo» allestita dal 21 gennaio all’11 giugno 2023 a Palazzo Martinengo di via Musei 30.
Parola del curatore Davide Dotti, che ieri in occasione dell’annuncio ufficiale si è autodefinito «allenatore» della squadra che - come ha notato Roberta Bellino, presidente dell’associazione Amici di Palazzo Martinengo (ente promotore della mostra) - giocherà la prima partita «in calendario per l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, di cui l’esposizione è parte del palinsesto».
La squadra
Il fuoriclasse convocato «sarà la Madonna con Bambino di Lorenzo Lotto, proveniente da una collezione privata, datata 1552 e firmata per esteso, realizzata durante il periodo bergamasco del pittore e considerata la sua opera più importante al mondo» fa sapere Dotti. Attorno troveranno spazio un’ottantina di pezzi realizzati dalla mano di pittori attivi nelle due città tra Rinascimento e Barocco, per dare vita «a un derby culturale» che evidenzierà come il comune substrato lombardo, ravvivato dalle novità proposte dai pittori veneziani (Bellini e Tiziano in primis), abbia dato vita a linguaggi espressivi in alcuni casi similari, in altri antitetici.
Il fronte del Rinascimento bresciano sarà composto dalle tele di Foppa, Moretto, Romanino, Savoldo e Gambara, faccia a faccia con quello dei bergamaschi Moroni, Palma il Vecchio, Cariani, Previtali e Lotto, che visse e lavorò per oltre dodici anni nella Città dei Mille. Un punto di tangenza tra le due scuole risale al quinto decennio del Cinquecento, quando Moroni si trovava a Brescia nella bottega di Moretto e da questi assimilò la vocazione al naturalismo.
Altri paralleli riguarderanno ritrattistica, natura morta e pittura di genere. Tra gli autori: Bellotti, Cifrondi, Baschenis, Bettera, Albrici, Rasio, Duranti e Ceresa.
Tra papi e casoncelli
Al piano nobile del Palazzo sede espositiva della Provincia di Brescia (ieri presente la consigliera Diletta Scaglia) spazio inoltre ad approfondimenti tematici su quattro temi espressione della storia, della cultura e dell’identità di Brescia e Bergamo. Tramite sculture, disegni, strumenti musicali, cimeli storici, documenti antichi e fotografie d’epoca saranno indagate le figure dei due papi novecenteschi - il bergamasco Giovanni XXIII e il bresciano Paolo VI - e il loro rapporto con l’arte e gli artisti; le tradizioni gastronomiche «la cui paternità è contesa dalla due province» (spiedo, casoncelli e polenta) e quelle musicali tra Rinascimento e XX secolo (Marenzio, Donizetti e Benedetti Michelangeli).
Infine un focus sull’architetto Marcello Piacentini che nei primi decenni del Novecento trasformò il volto urbano delle due città. Inclusione dei giovani e dei fragili è la parola d’ordine per Domenico Pedroni, consigliere di Fondazione Provincia di Brescia Eventi, per cui l’annuale occasione espositiva promossa dagli Amici di Palazzo Martinengo costituisce anche l’occasione per porre rimedio ad alcune barriere architettoniche tuttora presenti, come «le scale d’accesso al giardino d’ingresso e all’infopoint, e stimolare nuovamente la fruizione da parte di bambini e ragazzi dopo il periodo pandemico».
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