Cultura

Le Carte Segrete di Daniele Lievi vanno in scena al MuSa di Salò

S’inaugura la mostra dedicata al grande scenografo gardesano scomparso nel 1990: più di 150 opere, visitabile fino al 30 novembre
DANIELE LIEVI IN MOSTRA LA MUSA
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«L’ultima messa in scena dei fratelli Lievi». Così Cesare Lievi definisce la mostra che il MuSa di Salò, via Brunati, 9, dedica alla figura dell’artista e scenografo Daniele Lievi (1954-1990) «Carte Segrete - Teatro. Visioni», ideata appunto dal fratello Cesare, regista teatrale, e curata da Bianca Simoni.

L’esposizione, organizzata dall’assessorato alla Cultura in collaborazione con il museo salodiano, che sarà visitabile dal 9 aprile al 30 novembre 2022, allinea le opere che raccontano il percorso creativo dell’artista e scenografo Daniele Lievi e gli anni della feconda collaborazione con il fratello regista, insieme artefici di straordinari spettacoli teatrali in Italia, Austria, Germania e Svizzera: disegni, tele, studi per la scena, fotografie e video, dalle prime sperimentazioni nel Teatro dell’Acqua di Gargnano ai successi nei grandi teatri europei, per un’esposizione che è essa stessa una messa in scena. «La mostra - spiega Cesare Lievi - corre su due binari paralleli che spesso si incrociano e si sovrappongono. Quello delle "carte segrete", cioè tutti quei disegni apparentemente non finalizzati all’ideazione di una scenografia, e appunto le opere dello scenografo».

L'artista

Arte visiva e arte scenografica che nell’opera di Daniele Lievi dialogano continuamente, si fondono attraverso continui rimandi, modificazioni, ricerche personali ed estetiche in un proficuo e poetico confronto tra la bidimensionalità del foglio e la tridimensionalità della scena. «Daniele - dice il fratello - non è uno scenografo che di tanto in tanto dipinge, né un pittore che di tanto in tanto fa lo scenografo. In lui le due figure coincidono. È un "artista-scenografo", il cui lavoro gira continuamente su sé stesso. La sua utopia fu questa: unire due dimensioni così diverse, quella concreta della scena e quella astratta del foglio. Daniele portava l’astrazione del foglio sulla scena e la concretezza della scena sul foglio».

Il percorso

Il percorso espositivo, anch’esso spiccatamente teatrale, riunisce 156 opere tra "Carte Segrete", tele e disegni-studi per la scena, 108 fotografie degli spettacoli realizzati, modellini teatrali e una ricca documentazione video di schizzi, appunti visivi per scene e costumi, oltre ai filmati degli spettacoli. Sette le sale della mostra, ognuna delle quali è di fatto una sezione a sé.

Si parte dalle prime sperimentazioni al Teatro dell’Acqua, fondato a Gargnano nel 1979 da Cesare Lievi, Daniele Lievi e Mario Braghieri, attivo fino al 1985. È qui che Daniele concepisce e sviluppa soluzioni visive e spaziali che verranno riprese nei grandi spettacoli del periodo successivo e che faranno di lui non solo uno scenografo, ma un artista a pieno titolo. Le altre sale sono dedicate alle carte segrete, ai lavori dei «Brüder Lievi» (i fratelli Lievi) nei paesi di lingua tedesca, ai progetti di scenografie mai realizzate, alle opere di grandi dimensioni, cui Daniele Lievi si dedica negli ultimi anni della sua vita, alle sporadiche comparse sulla scena italiana tra il 1986 e 1990.

I taccuini

L’ultima sala è dedicata, su intuizione della curatrice Bianca Simoni, ai taccuini, sui quali lo scenografo-artista stendeva su carta - con annotazioni, schizzi o disegni - immagini e visioni per comunicare con i tecnici teatrali. «Nei taccuini - spiega Bianca Simoni - vediamo un coacervo di pensieri e immagini, alcuni dettati da esigenze lavorative, altri più liberi. È qui che emerge il pensiero di Daniele, fatto di concretezza, ma anche di tanta ironia». Nei taccuini, come in ogni altra carta lasciata da Daniele Lievi, «c’è - spiega Cesare - quell’ossessione di rappresentare ogni cosa, soprattutto il pensiero, che va in qualche modo riportato alla sua figura, alla sua immagine».

Per il MuSa e il Comune di Salò, come sottolineano il direttore del museo, Lisa Cervigni, e l’assessore alla Cultura Anna Rosa Bianchini, è un atteso ritorno, dopo la pandemia, all’organizzazione di importanti mostre temporanee. Il catalogo, con il breve testo «La realizzazione di un sogno. Note per una mostra» di Cesare Lievi e alcune riproduzioni su cartoncino delle opere, è in vendita a 10 euro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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