L'incontro tra Badiucao e Lomasko: «L'arte il nostro contributo per la libertà in Cina e Russia»
Salone Vanvitelliano pieno oggi pomeriggio per ascoltare gli artisti dissidenti Badiucao e Victoria Lomasko in una sorta di ideale passaggio del testimone. Il primo è stato protagonista l’anno scorso della mostra «La Cina (non) è vicina» in Santa Giulia, la seconda l’11 novembre prossimo aprirà la sua «The last soviet artist», che resterà aperta fino all’8 gennaio 2023. Entrambe le iniziative rientrano nell’ambito del Festival della pace di Brescia, in collaborazione con Brescia Musei e il Comune. L’arte al servizio dei diritti umani e civili, linguaggio universale per affermare i valori di libertà e democrazia.
«Il mio messaggio - ha sottolineato Badiucao - è una scintilla che si propaga attraverso l’arte: unire la Cina con il resto del mondo, perché anche nel mio Paese e fra i miei compatrioti possa esserci libertà». Victoria Lomasko, che ha lasciato la Russia pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, è disegnatrice e scrittrice, nelle sue opere unisce parole e immagini.
Il suo ultimo libro, presto tradotto in Italia, si intitola come la mostra, «The last soviet artist», dà voce agli ultimi, agli esclusi, alle proteste che dal 2012 in poi si sono susseguite in Russia contro il regime putiniano. «L’arte – ha detto – il mio contributo per cercare di cambiare le cose nel mio Paese».
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