Jeff Beck pronto a «incendiare» il Vittoriale con Johnny Depp
Un fuoriclasse della chitarra e un divo hollywoodiano insieme per «incendiare» il Vittoriale. Stasera (alle 21.15) sono di scena Jeff Beck, l’uomo che disse no ai Rolling Stones, e Johnny Depp, l'attore reduce da una vittoriosa battaglia legale con l’ex moglie e da qualche giorno al servizio dell’amico, con il quale ha inciso «18», album all’insegna di un arrembante rock-blues.
Nessun biglietto disponibile, per un tutto esaurito che si immagina condito da frotte di fan di Depp in attesa, come in genere avviene al Lido o sulla Croisette quando arriva «il pirata dei Caraibi». Il bel Johnny non è assolutamente digiuno di musica suonata ad alti livelli: è stato parte attiva degli Hollywood Vampires, supergruppo rock in cui si cimentava a chitarra slide, ritmica e solista, tastiere e cori, affiancando due mostri sacri quali Alice Cooper e Joe Perry degli Aerosmith. In questa occasione, l’attore suonerà invece la seconda chitarra (la prima è ovviamente quella del guitar hero Jeff Beck), con la portentosa Rhonda Smith al basso, Anika Nilles alla batteria e Robert Adam Stevenson alle tastiere.
I successi in carriera
Molti ritengono che Geoffrey Arnold «Jeff» Beck (nato nel sobborgo londinese di Sutton, nel 1944) non abbia raccolto in carriera quanto avrebbe meritato. Ma vi sembra poco essere nella top ten di qualunque classifica chitarristica dell’universo, nella Rock and Roll Hall Of Fame (2 volte), aver conquistato 8 Grammy Awards, suonato negli Yardbirds (dopo Eric Clapton e a fianco di un certo Jimmy Page), aver pubblicato da solista il capolavoro strumentale «Blow By Blow»? Senza contare la sontuosa produzione discografica e collaborazioni (in particolare con Roger Waters, Carlos Santana, Bon Jovi) dagli esiti eccellenti.
Il rifiuto agli Stones
Che poi Beck abbia perlopiù evitato la ribalta, è altro discorso: di sicuro, quando nel 1975 pronunciò «il gran rifiuto» di Rotterdam nei confronti di Mick Jagger (che lo voleva negli Stones per sostituire Mick Taylor) fece capire una volta per tutte di non possedere animo competitivo e di preferire la sperimentazione solitaria (tra blues, rock e fusion) a un’esperienza collettiva da star planetaria. Nemmeno le sue band sono mai durate a lungo: se gli Yardbirds si avviarono a un rapido declino dopo il suo abbandono, pure il Jeff Beck Group (che annoverava Rod Stewart alla voce, Ron Wood al basso, Nicky Hopkins al piano e Mick Waller alla batteria: scusate se è poco!) fu attivo solo tra il 1968 e il 1972; mentre il power trio Beck, Appice & Bogert, in cui era affiancato dal batterista Carmine Appice e dal bassista Tim Bogert, ballò giusto un paio di stagioni, tra il 1972 e il 1974.
Quella scena con Antonioni
Degli episodi che lo riguardano quello forse più bizzarro avvenne sul set di «Blow Up» di Michelangelo Antonioni: per esigenze di copione, Jeff fu costretto a sfasciare una chitarra, alla maniera di Pete Townshend degli Who. Un sacrilegio, per lui... Nel 2018, Jeff Beck fu protagonista di un live memorabile, nella casa del Vate: stasera è chiamato a ripetersi, in compagnia di Depp.
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