«Jamais plus la guerre», in Duomo Vecchio il ricordo della storica visita all’Onu di Paolo VI
Sarà il Duomo Vecchio ad ospitare da oggi fino al 30 novembre, la mostra «Jamais plus la guerre. Immagini della visita di Paolo VI all’Onu, 4 ottobre 1965», con il sostegno della Fondazione Tovini nell’ambito del «Festival della pace».
Una eccezionale proroga con trasferta dalla Collezione Paolo VI di Concesio (dove è stata apprezzata da oltre mille visitatori durante l’apertura, dal 27 maggio al 21 ottobre scorsi) nella concattedrale di Brescia (in piazza Paolo VI) per la rassegna, inserita nel progetto «La pace: tra profezia e diplomazia. Dall’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII al discorso di Paolo VI all’Onu», promosso dall’Opera per l’Educazione cristiana in partenariato con la Fondazione Giovanni XXIII di Bergamo e considerato meritevole di un contributo da parte di Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca in riferimento al bando Capitale della Cultura.
L’inaugurazione è avvenuta oggi alle 15 con gli interventi di Michele Bonetti, presidente Fondazione Giuseppe Tovini e Paolo Sacchini, direttore Collezione Paolo VI Arte contemporanea. Il percorso di «Jamais plus la guerre», a cura di Marisa Paderni, Elena Pala e Paolo Sacchini, ricostruisce la visita di papa Paolo VI all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di New York (4 ottobre 1965): un momento epocale, emblematizzato dall’invito di Montini a rifiutare la guerra come strumento di soluzione delle dinamiche internazionali («Jamais plus les uns contre les autres, jamais, plus jamais»). La preziosa documentazione fotografica, che propone una selezione delle centinaia di immagini scattate sia da fotografi incaricati dal Vaticano e dalle Nazioni Unite, sia da semplici cittadini assiepati lungo le strade newyorchesi durante il passaggio del Papa, offre testimonianza oltre che del discorso tenuto all’Assemblea, anche delle altre tappe di quella storica giornata.
L’esposizione ha lo scopo di ricordare quello che fu definito come un evento epocale, e non solo perché papa Montini fu il primo pontefice a visitare la Grande Mela. Egli si presentò all’Assemblea dell’Onu come un «messaggero», che, dopo un lungo cammino, arriva a recapitare la lettera che gli è stata affidata, per lanciare il suo messaggio sulla coesistenza pacifica dei popoli. Le sue parole si inseriscono all’interno di un’azione di lunga durata esercitata dalla Chiesa di Roma (già con il predecessore Giovanni XXIII), in funzione del mantenimento di un clima di pace, nonostante le tensioni che caratterizzavano il mondo immerso nella Guerra Fredda. Un’azione e un grido di denuncia, di dolore e di speranza che oggi, alla luce dei più recenti e drammatici eventi internazionali, acquisiscono un’importanza e un’urgenza ancora maggiori.
Quello di Paolo VI fu un viaggio durato solamente 36 ore, e allora annunciato sulle colonne del nostro giornale da Lodovico Montini (fratello del Santo Padre), ma furono sicuramente tra le ore percepite in maniera più intensa per il destino dell’umanità.
La mostra, ad ingresso libero, è aperta, come detto, fino al 30 novembre, con orario 9-12 e 14.30-18. Informazioni: 030-2186246; 030-2180817; oec.istitutopaolovi.it; www.collezionepaolovi.it.
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato