Cultura

Il romanzo inedito di Emanuele Galesi premiato a «La parola che cura»

L’autore bresciano ha ricevuto a Roma il Premio «Angelo Zanibelli» per «Almeno un po’ di più» che verrà pubblicato da Piemme
La premiazione di Emanuele Galesi - © www.giornaledibrescia.it
La premiazione di Emanuele Galesi - © www.giornaledibrescia.it
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«È un libro che restituisce il senso del potere della parola». Con queste motivazioni, la giuria del Premio letterario Angelo Zanibelli - La parola che cura ha premiato martedì sera Emanuele Galesi per il romanzo «Almeno un po’ di più», nella sezione dedicata agli inediti. Per Galesi, per dieci anni redattore del Giornale di Brescia e ora giornalista freelance e docente di scuola primaria, si prospetta la pubblicazione del libro con la casa editrice Piemme nel 2023.

Nel corso della cerimonia, svoltasi nell’ambasciata di Francia a Roma, la giuria presieduta da Gianni Letta ha consegnato anche i tre premi relativi alla sezione romanzi editi, vinti da «Il tesoro leggero» di Luca Richeldi (saggistica), «Cosa c’è nella mia testa» di Pierdomenico Baccalario, Federico Taddia, Luca Bonfanti (libri illustrati), «Mio fratello è un gigante» di Luigi Mastroianni (narrativa). Il premio, istituito dal gruppo farmaceutico francese Sanofi, è giunto alla 10ª edizione ed è in ricordo di Angelo Zanibelli, direttore della Comunicazione e relazioni istituzionali di Sanofi Italia, per valorizzare la narrazione come strumento sociale e terapeutico.

«Almeno un po’ di più» è la storia del rapporto tra un padre e un figlio, un legame ormai logoro, segnato dalla tossicodipendenza del primo. La malattia del padre consente però ai due di ritrovarsi per un ultimo tratto di cammino assieme. «È davvero emozionante, questo libro è frutto di un percorso lungo, che mi ha fatto capire il valore personale e interpersonale della scrittura - ha dichiarato Galesi -. È emozionante vincere un premio che nel nome ha "la parola che cura", perché credo anch’io che sia così. Le parole, come l’acqua, possono levigare, trasportare, nutrire e unire. È come trovarsi su un’onda che ti solleva e ti porta verso una nuova riva».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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