Cultura

Il 12 aprile 1959 moriva don Primo Mazzolari

Nativo del Cremonese, nella provincia bresciana visse e fu sacerdote. Fu tra i primi a parlare del tema dell'obiezione di coscienza
Don Primo Mazzolari visto da Luca Ghidinelli
Don Primo Mazzolari visto da Luca Ghidinelli
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 12 aprile 1959 a Bozzolo (Cr) moriva Don Primo Mazzolari, presbitero, scrittore e partigiano «bresciano». Nativo del Cremonese infatti, già dall'età di otto anni la sua famiglia si trasferì a Verolanuova. Don Mazzolari inoltre visse e fu sacerdote per molti anni in territorio bresciano, dove svolse un intenso apostolato e coltivò profonde amicizie. Predicò Missioni al Popolo, tenne conferenze, ritiri e discorsi ai più svariati ceti sociali della nostra provincia.

In territorio bresciano visse i duri scioperi post Prima Guerra Mondiale e dalle esperienze locali trasse spunto per i suoi libri, tra i quali «Bella avventura» e «Pieve sull'argine» dove parafrasando nomi di paesi e personaggi raccontò la vita tesa del periodo nella Bassa.

Con l'avvento del fascismo don Mazzolari, che predicava come dopo l'esperienza bellica del primo conflitto mondiale bisognasse seminare la pace (come da illustrazione di Ghidinelli), conobbe un forte periodo di ostracismo e censure, sia ecclesiastiche che politiche. In quegli anni scrisse due libri, entrambi furono oggetto di censura. Fu anche vittima di un tentativo di omicidio

Il fascismo decise di affrontare di petto lo scomodo sacerdote che, con l'avvento del Secondo Conflitto Mondiale, predicava con la sua voce difforme dal regime la chiesa dei poveri, il dialogo tra lontanii (inteso come dialogo tra cattolici e comunisti), il pluralismo e un sistema basato sulla democrazia, che secondo Don Mazzolari, era basata sul vivere civile, a prescindere dai partiti. Durante il conflitto nascose e salvò numerosi ebrei e antifascisti.

Alla fine della guerra invece don Primo Mazzolari fu tra i primi a trattare l'argomento dell’obiezione di coscienza, pubblicando anche «Tu non uccidere» con il quale attaccava la dottrina della guerra giusta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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