Il 1° agosto 1880 nasceva Rosalia Gwis Adami
Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 1° agosto 1880 a Edolo, in alta Valle Camonica, nasceva Rosalia Gwis Adami, scrittrice e soprattutto attivista e propagandista del femminismo e del pacifismo. Fu una pioniera dell'antimilitarismo e fu tra le prime a denunciare e trattare le tematiche sulla condizione sociale delle donne a cavallo dell'inizio del XX secolo. Lo fece attraverso un libro, «Coscienze», pubblicato nel 1904 che la rese famosa nell'ambito letterario italiano.
Di religione protestante e di idee progressiste, Rosalia collaborò con riviste rivolte ad un pubblico femminile ed a inizio secolo fu tra le firme di rilievo de «La Vita Internazionale», organo dell'Unione Lombarda per la pace e l'arbitrato internazionale, branchia nazionale della londinese International Arbitration and Peace Society.
Nel 1909 Gwis Adami fondò a Milano la Società delle giovinette italiane per la pace che fu la prima associazione femminile pacifista italiana. (Nell'illustrazione di Ghidinelli è in versione moderna, bardata nell'abito arcobaleno che sventola un altro simbolo attuale della Pace). Nel 1910 è delegata italiana al XVIII Congresso Universale della Pace che si tiene a Stoccolma. In quel contesto lancia la rivoluzionaria proposta della «Giovine Europa», una federazione di Stati Europei quale garanzia di promozione e mantenimento della pace nella relazioni internazionali.
Rosalia rappresentò l'Italia anche nei successivi due Congressi Universali di Ginevra nel 1912 e di Bruxelles nel 1914. Il pacifismo della Gwis Adami era unito ad un forte senso patriottico che prevedeva sia la «guerra giusta» che la «guerra coloniale», sempre che sia intesa come progetto per portare la civiltà laddove v'è la barbarie. Sulla base di questo ragionamento appoggiò la conquista italiana della Libia e soprattutto la dichiarazione di guerra del maggio 1915, quando l'Italia entrò nel conflitto bellico mondiale. Queste sue posizioni provocarono la fine di ogni collaborazione con gli ambienti pacifisti nazionali ed internazionali e comportarono lo scioglimento della Società delle giovinette italiane per la pace.
Nel tempo si avvicinò alle posizioni del socialismo riformista, ma l'avvento del fascismo e della repressione fecero sì che la Gwis Adami ponesse fine all'impegno politico per dedicarsi alla scrittura di romanzi ed alla traduzione di testi dall'inglese e dallo spagnolo. Così fu fino alla morte, che avvenne a Milano il 6 febbraio 1930.
Con la sua morte si chiudeva una pagina difficile da analizzare e, per certi versi, da comprendere. Una pagina che può essere vista come ambigua e piena di controsensi, scritta da una donna passionale e battagliera che in qualche modo precorse i tempi; infatti, l'idea di «Giovine Europa» fu antesignana di quella che diverrà l'Unione Europea.
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