Fascino, militanza, voce: Fiorella, interprete oltre il tempo
C’è un bel disco nuovo da far conoscere, ma anche una comprensibile e liberatoria voglia di autobiografia professionale. Due spinte solo apparentemente contrapposte, che hanno generato ieri sera, dentro il Vittoriale esaurito, un concerto con il respiro dei classici: abito che si addice a Fiorella Mannoia, della schiatta di interpreti che darebbero colore e sentimento pure a una guida del telefono.
L’omaggio a Battiato con «La cura» è scontato, ma non manca di accarezzare l’anima, grazie a uno dei brani più struggenti del maestro siciliano.
Finale in crescendo, all’insegna di dolcezza e ritmo, con i bis che sono gemme della canzone nazionale: «Cara» di Dalla, «Quello che le donne non dicono» di Ruggeri, «Il cielo d’Irlanda» di Bubola.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato