Cultura

Colate d’oro e acqua che scorre, Brixia sposa il futuro col videoartista Plessi

Le opere tecnologiche dell'emiliano rileggono dal 9 giugno il patrimonio storico e architettonico di Brescia
L’anello simbolo della mostra di Fabrizio Plessi - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’anello simbolo della mostra di Fabrizio Plessi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ci sarà anche l’anello nuziale, installazione luminosa nell’abside di San Salvatore, simbolo di fedeltà (Brixia Fidelis...) a se stessi, ai propri valori e alla propria tradizione, a suggellare il matrimonio tra il videoartista contemporaneo Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1943) e la città Capitale della Cultura. Ma sarà un matrimonio tutto contemporaneo, nel segno della tecnologia e del rinnovamento della tradizione, che va sì preservata ma riletta secondo nuovi codici e linguaggi.

Il progetto

È il senso del progetto di Brescia Musei «Palcoscenici Archeologici» (che ha visto avvicendarsi nel parco di Brixia e nel complesso di Santa Giulia romana autori come Mimmo Paladino, Francesco Vezzoli ed Emilio Isgrò) e l’obiettivo della storica dell’arte Ilaria Bignotti, curatrice della mostra «Plessi sposa Brixia», dal 9 giugno al 7 gennaio 2024.

Il tema espositivo che Fabrizio Plessi ha evidenziato - spiegano le note che accompagnano la mostra - coniuga i valori della bellezza, della salvaguardia e della tradizione con quelli della valorizzazione e del riconoscimento del luogo, della sua identità e del suo valore assoluto. Ispirato dalle vestigia archeologiche e monumentali bresciane, Plessi ha visto in questo patrimonio un bacino di iconografie a partire dalle quali intervenire con il suo linguaggio, per creare una loro trasformazione multimediale in colate dorate, neri fondali, gorghi di luce, suoni e movimenti.

Il percorso

Attraverso diversi ambienti del complesso museale di Brescia romana, il percorso si apre nella Sala delle sculture del Tempio Capitolino che accoglie «Capita aurea», tre grandi opere multimediali, dove le teste di bronzo di imperatori romani si disciolgono lentamente finendo come oro liquido a terra. Una sorta di vanitas contemporanea, in cui il prezioso metallo diventa metafora del tempo che scorre, della gloria terrena che passa e del potere che si dissolve.
Proseguendo, nell’abside della chiesa di San Salvatore s’incontra il grande anello nuziale, fulcro e nucleo narrativo dell’intero progetto, che abbraccia idealmente anche le colonne del Tempio Capitolino e che sposa simbolicamente il Museo, i suoi beni e i suoi valori.

L’opera è conduttrice di un profondo messaggio di fedeltà, di rispetto, di amore per il passato, fonte e sorgente della ricerca artistica, ma diventa anche allegoria della ciclicità del tempo e della trasformazione e, in quanto tale, simbolo positivo di rinascita dopo il periodo della pandemia. Le Domus dell’Ortaglia accolgono «Underwater treasure», un lavoro ispirato al patrimonio musivo custodito nel museo bresciano. Per l’occasione Plessi ha selezionato alcuni mosaici antichi, realizzando un’opera nella quale i motivi grafici si trasformano in maree dalle onde dorate che si stagliano su fondi neri.

Architettura liquida

«Colonne colanti» è invece il titolo dell’installazione che lavora sui frammenti di colonne che si trovano all’interno del percorso museale di Brescia romana. La colonna, simbolo di potere e monumentalità ed elemento portante dell’architettura, nel lavoro di Plessi diventa liquida, sciogliendosi lentamente fino a scomparire in una pozza dorata: è un invito a meditare sulla vanagloria e sul potere, ma anche a ricordare la grande bellezza e le costruzioni dell’umanità e non lasciarle distruggere.

Impressionato dalla iconografia della Santa Giulia crocifissa, la grande statua che un tempo faceva parte del corredo della chiesa, l’artista si è concentrato sulla sua figura e in special modo sul panneggio scolpito. Con «Floating Santa Giulia», Plessi ha riprodotto digitalmente la figura della santa e, rendendo fluide le movenze del suo vestito attraverso la tecnologia, fa riflettere sulle violenze della storia e sulla potenza comunicativa di questa scultura.
Dietro le quinte del progetto. La mostra si chiude nella Sala dell’Affresco del Museo di Santa Giulia dove sono esposti schizzi, appunti, disegni e progetti, accompagnati da pensieri sul senso della mostra e delle installazioni, che Plessi ha preparato in oltre due anni di lavoro per il progetto bresciano. Si tratta di un’occasione importante per osservare come l’artista elabori le idee delle sue opere, quali processi cognitivi e immaginifici siano alle spalle di una installazione artistica, ripercorrendo le riflessioni e i sogni di un autore contemporaneo nei confronti delle sue origini e della nostra storia.
Accompagna il progetto un catalogo edito da Skira, a cura di Ilaria Bignotti, con scritti di Luca Massimo Barbero e Ilaria Bignotti.

La visita

Il parco archeologico e il Museo di Santa Giulia è aperto dalle 10 alle 18, tutti i giorni esclusi i lunedì non festivi. Dal 12 luglio il parco archeologico è visitabile fino alle 20, e il venerdì, sabato e domenica fino alle 22, con prenotazione obbligatoria per Capitolium e Quarta Cella. Parco archeologico e museo sono visitabili con il biglietto cumulativo «Unesco» (15 euro intero, 12 ridotto, gratuito per i residenti a Brescia). Info e prenotazioni bresciamusei.com

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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